dal: 01-12-2016 al: 04-12-2016
Terminato
Via Gian Antonio Boltraffio, 21, 20159 Milano
Tel: 02 6901 5733
Orari:

Martedì-mercoledì-giovedì-venerdi-sabato ore 20.30
Domenica ore 16.00
Domeniche di giugno ore 17.00

Prezzi: 9,50 < 20 €

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SCHEDA SPETTACOLO: SOCIALMENTE e MONDO CANE

Stagione 2016-2017
Di Francesco Alberici
Regia di Cludia Marsicano e Francesco Alberici
Cast Cludia Marsicano e Francesco Alberici
Una produzione Frigoproduzioni
Recensione di: Diego Vincenti Voto 2

BEATA INGENUITà

Ci sono nomi che emergono più velocemente di altri. All’improvviso, con forza. In qualche modo riuscendo a cogliere lo spirito dei tempi. O forse solo il giusto allineamento degli astri. Insomma: qualità o fortuna? Il dubbio rimane di fronte ai Frigoproduzioni, nati un paio d’anni fa intorno a Francesco Alberici, Claudia Marsicano e Daniele Turconi, e di cui molto si è parlato in questi mesi.
SocialMente è stato il loro debutto ufficiale. E lo stesso nome del collettivo s’ispira alla ghiacciaia con logo Facebook che troneggia in scena. Gioco di sguardi. Col pubblico a guardare i due curiosi protagonisti, che a loro volta fissano catatonici un televisore. Dialoghi (im)probabili. E spassosi. Immagine parodistica. Ma di grande forza. Come quel frigo griffato Zuckerberg, simbolo consumistico per eccellenza che tutto accoglie. Dove si sceglie, ci si nutre, si digerisce, si espelle. D’altronde cuore del lavoro è proprio una divertita riflessione sul mondo social e su quanto ci mandi a male il cervello. Nuova? No di certo. Ma fresca e d’impatto, almeno per quanto riguarda la visionarietà. Meno dal punto di vista drammaturgico, dove la struttura fatica a rendere omogenea una serie di sketch dal gusto piuttosto naïf. Meglio le immagini. Alcune già cult. Come il ballo di Claudia Marsicano: si potrebbe stare le ore ipnotizzati a guardare la sua coreografia del Pulcino Pio. Senza scherzi. Vengono in mente i Teatro Sotterraneo di tanto (tanto) tempo fa. Affinità elettive.

Ma è solo un attimo. Perché Mondo cane, il secondo lavoro della minipersonale proposta dal Fontana di Milano, rientra invece nella categoria “famolo strano”. Vuole essere eccentrico e dissacrante. Ma ci riesce malissimo. Giochini vecchi di trent’anni e sovraesposizione di ego, nascosta dal basso profilo con cui si buttano lì monologhini scarichi. Un ragazzo dopo la maturità s’infila in una falsa carriera e in una falsa vita, di corsa verso un falso finale. Poi nella chiusa vale tutto. Sembra uno di quei casi in cui chi sta in scena si diverte molto di più di chi è in platea. Applausi perplessi. Rimane quindi misterioso quale sia il senso ultimo del progetto Frigoproduzioni, al momento appesantito da un confuso eclettismo. E da qualche eccesso di ingenuità.