dal: 02-05-2018 al: 06-05-2018
Terminato
Via Rivoli, 6, Milano
Tel: 848 800 304
Orari:

Salvo diversa indicazione, gli orari degli spettacoli al Piccolo sono: martedì, giovedì e sabato, 19.30; mercoledì e venerdì 20.30; domenica 16.

Prezzi: 12 < 32 €

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SCHEDA SPETTACOLO: IL CIELO NON É UN FONDALE

Stagione 2017-2018
Di Testo su Jack London di Attilio Scarpellini
Regia di Antonio Tagliarini e Daria Deflorian
Cast Antonio Tagliarini, Daria Deflorian, Francesco Alberici e Monica Demuru
Una produzione Carrozzerie | n.o.t /Residenza Produttiva Roma, Emilia Romagna Teatro Fondazione coproduzione A.D., Festival d’Automne à Paris, Festival Terres de Paroles, fivizzano 27 / nuova script ass. cult. Roma, Odéon - Théâtre de l’Europe, Romaeuropa Festival, Sao Luiz - Teatro Municipal de Lisboa, Sardegna Teatro, scène européenne - Toulouse con il sostegno del Teatro di Roma collaborazione Laboratori Permanenti /Residenza Sansepolcro, Teatro Metastasio di Prato, théâtre Garonne e Théâtre Vidy- Lausanne
Recensione di: Alessandro Toppi Voto 3

Le nude pareti della sala, rari elementi scenografici (sei termosifoni, sono emblema casalingo, un fondale che avanza o retrocede in funzione del dettato), gli attori che usano i loro nomi. Ancora: la preventiva dichiarazione dell’impossibilità mimetica, per cui dell’esistenza non se ne fa copia visibile ma racconto, un fluire di lacerti dialogici, ricordi autobiografici, digressioni frontali; la relazione diretta col pubblico, cui si chiede di chiudere gli occhi (di abbassare il sipario oculare) perché avvenga il cambio di posizioni in palcoscenico. Per dirsi cosa? Ne Il cielo non è un fondale il tema è il rapporto tra me e chi mi gira intorno: «Cosa pensiamo dell’uomo che è là, sotto la pioggia?». Ecco dunque la “parlata” declinazione plurima della propria solitudine (e dei propri fallimenti), associata agli stati d’animo ipotetici provati dal venditore ambulante di fiori, dal migrante che abita in periferia, dalla clochard che sta a un passo dal Teatro Argentina di Roma. Risultato? Per quanto ci travagli un «torturante bisogno d’unione», avrebbe detto Maupassant, «i nostri sforzi restano sterili ». Non saprò mai davvero di te, non saprai mai davvero di me.

Il cielo non è un fondale conferma la predilezione di Deflorian/Tagliarini – qui con Monica Demuru e Federico Alberici – per una teatralità letteraria (sono ispirazione Il miracolo segreto di Borges, un capitolo di Disumane lettere della Benedetti e la lezione di asciuttezza della Ernaux col suo progetto di éscrive la vie) che sia in grado di ragionare sulla vita – di evocarla – standosene però all’orlo del palco, cioè separati dalla realtà, perché obbligati/ limitati all’hic et nunc del teatro.

Ecco il vero lascito dello spettacolo: non altro che il noto paradosso pirandelliano per cui la vita o si vive o si scrive, o è fluire incontrollabile o è forma fissata e, dunque, non-vita. Di più s’apprezza lo stile recitativo, privo di virtuosismo, e una prosa che ha la bellezza della pagina da romanzo: assieme compongono – e confermano – un’identità scenica che, se nel tempo rischia di diventare la recitazione di se stessa, per ora va intesa come un unicum artistico, non confondibile con altre poetiche contemporanee.