dal: 04-12-2015 al: 20-12-2015
Terminato
Via Rovello, 2, Milano
Tel: 848 800 304
Orari:

Salvo diversa indicazione, gli orari degli spettacoli al Piccolo sono: martedì, giovedì e sabato, 19.30; mercoledì e venerdì 20.30; domenica 16.

Prezzi: 12 < 32 €

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SCHEDA SPETTACOLO: Natale in casa Cupiello

Stagione 2015-2016
Di Eduardo De Filippo
Regia di Fausto Russo Alesi
Cast Fausto Russo Alesi
Una produzione Piccolo Teatro Di Milano - Teatro D’Europa
Recensione di: Domenico Rigotti Voto 3

Come tanti altri di Eduardo De Filippo, Natale in casa Cupiello è lavoro che trascolora dalla comicità più farsesca alla drammaticità da teatro naturalista. La vicenda qui a ruotare intorno alla figura del mite e candido capofamiglia Luca Cupiello appunto, il quale, per l’alienazione dal mondo reale in cui vive, involontariamente crea e alimenta equivoci e tensioni. Assorto come ogni anno nei preparativi del presepio («‘o presebbe» che ama come una sua creatura), circondato dall’ostilità e dall’indifferenza degli altri membri della famiglia per questa sua maniacale passione, non si accorge del dramma che attorno a lui sta per esplodere: la figlia Ninuccia, fatta sposare al ricco Nicola, è innamorata di Vittorio e vuole lasciare il marito, la moglie Concetta gli nasconde il dramma. Finale malinconico ma in una luce di grande poesia.

Toccato dalla bellezza e dal contenuto di quella che molti ritengono una fra le più riuscite commedie dell’autore napoletano (la compose a tappe e, cosa strana, partendo dal secondo atto; poi sviluppò gli altri due), Fausto Russo Alesi, attore versatile e che ama i rischi, ha provato a restituircela ma in una forma alquanto inedita. Cioè “facendo” «‘o presebbe» tutto solo. Accaparrandosi cioè tutti i personaggi, che sono anch’essi figurine ma di un presepe ben diverso da quello che costruisce Luca Cupiello, e dando vita di conseguenza a una sorta di sinfonia eseguita da un solo strumento. Se stesso appunto.

L’operazione è interessante e va dato atto a Fausto Russo Alesi di riuscire a caratterizzare bene i vari personaggi registrandoli su tonalità vocali diverse (il linguaggio, naturalmente, quello napoletano) e una gestualità ricca di sfumature. Il pericolo semmai è che la sinfonia trasformandosi in un “a solo”, questo trascinandosi un po’ troppo per le lunghe corra il rischio di risultare un esercizio di stile. E «‘o presebbe» a perdere qualche statuina e qualcosa del suo incanto.