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SCHEDA SPETTACOLO: Mio Figlio Era Come Un Padre Per Me
I veneti, nonché fratelli, Diego e Marta Dalla Via, vincitori del Premio Scenario 2013, sfoderano una bellissima scrittura scenica: efficace, sferzante, piena di arguti giochi di parole mai fine a se stessi, musicale e piena di ritmo in quel loro tagliente italiano appena “sporcato” dal dialetto.
In Mio padre era come un figlio per me, spietato ritratto del miracolo del Nord-Est che si rivela la copia sbiadita del sogno americano, hanno giustamente approfondito soprattutto il tratteggio dei quattro personaggi, due in scena e due evocati, che fanno da campione per una riflessione più ampia sulla crisi e sulla precarietà economica e psicologica delle giovani generazioni. I due diabolici fratelli che, divorando boeri, architettavano l’omicidio dei genitori, si ritrovano loro malgrado orfani perche il papà, che aveva fatto i soldi con una fabbrica di pavimenti in legno ora in bancarotta, si è gettato sotto un treno, e la mamma, ex reginetta di bellezza votata al silicone, è sparita per avvelenarsi in santa pace.
Tra euforia, depressione e ansia da prestazione verso un futuro incerto, i due, per ricominciare, partono da una sorta di “funerale didattico” del passato, dei genitori ma anche della loro giovinezza dissipata, in cui, parodiando il Credo, si ripropongono di rinunciare agli status symbol farlocchi e di credere nel valore catartico della crisi, dell’errore e dell’imperfezione. Pessimismo cosmico, ma venato di una bizzarra speranza, che, anche dal punto di vista attorale, colpisce nel segno.