Salvo diversa indicazione, gli orari degli spettacoli al Piccolo sono: martedì, giovedì e sabato, 19.30; mercoledì e venerdì 20.30; domenica 16.
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HERLITZKA MATTATORE VINCE LA SFIDA CON MINETTI
Minetti, di Thomas Bernhard, sembra beneficiare di una rinnovata attenzione negli ultimi anni: intrappolato nella hall di un albergo sulla costa del Belgio, flagellata da una tempesta shakespeariana, un attore attende con ansia di incontrare il direttore di un teatro locale, che gli ha chiesto di tornare sulle scene dopo trent’anni di assenza per impersonare il suo cavallo di battaglia, Lear, indossando la maschera («la più orrenda che sia mai stata fatta») appositamente disegnata da James Ensor.
Di superiore, calorosa eleganza sono le boiseries da modernariato in cui lo scenografo Carluccio immerge la vicenda fra inquietanti apparizioni che irrompono ora da un ascensore in continuo movimento, ora dal buio della notte. Con una donna ubriaca e una ragazza in attesa del fidanzato, sono gli unici, distratti interlocutori della lunga attesa dell’attore, che si abbandona a un inarrestabile maelstrom verbale, un vertiginoso turbine di parole sulla condizione dell’attore e sul suo problematico rapporto con il pubblico contemporaneo, come sul personaggio shakespeariano, di cui declina alcuni passaggi.
Soggiogante, il talento mattatoriale di Roberto Herlitzka giganteggia nel restituire la tempra tragica tanto del personaggio, per troppo tempo tenuto lontano dalle scene, quanto dell’attore, pronto a sfidare il «pattume spirituale» della società che lo circonda, a turbare lo spettatore per precipitarlo nella «catastrofe dell’arte».
Geniale è la stratificazione sonora che Roberto Andò realizza grazie al contributo musicale di Westkemper, volta a dar voce a un duplice registro vocale: quello della tirata indirizzata al pubblico, ma anche quello dell’indicibile riflessione che attanaglia l’artista. Per questo la sua sconfitta – definitiva, voluta, necessariamente rappresentata – sarà celebrata proprio al centro della scena, nel corso di un macabro rituale durante il quale indossa la maschera, che ne cristallizza i tratti e lo riduce al silenzio.
Mentre la neve cade copiosa, la grottesca sfilata dei vacanzieri di Ostenda, ritratti come avrebbe fatto il pittore, attraversa la scena e ignora l’ultima, dolorosa rivolta dell’attore.