Martedì – sabato: ore 20.45
Domenica: ore 15.30
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SCHEDA SPETTACOLO: MARITI E MOGLI
Fra i molti spettacoli tratti dal cinema, Mariti e mogli attira l’attenzione per il nome di una delle (presunte) signore degli italici palcoscenici, che firma drammaturgia e regia. Come autrice del copione Monica Guerritore riprende spunti e caratteri dei personaggi del film, ruba l’idea delle “quasi interviste” (tra un “a parte” e uno straniato dialogo brechtiano tra palco e platea), saccheggia gran parte dei dialoghi orginali (costringendoli entro la camicia di forza della sua unica idea registica) e soprattutto ricorre all’unità aristotelica di tempo, luogo e azione.
Tra “tutto in una notte” e “scene da vari matrimoni” riassembla e reimpasta frammenti della scrittura di Woody Allen costruendo un testo ambientato in una sala da ballo d’antan in cui otto personaggi si incontrano per danzare, cenare, attendere il/la partner che mai arriverà, perfino per dormire nel frastuono di un temporale. Senza accorgersi che il realismo cinematografico per cui Allen può liberarsi della continuità della trama e confondere lo spettatore con stacchi temporali, su un palcoscenico necessita di ben altro per sostenere la continuità delle varie vicende. Tanto da far diventare superflui certi personaggi, frutto dell’umoristico magistero di psicoanalisi della crisi di coppia praticato da Allen, e la loro presenza in scena è giustificata solo dall’aderenza con l’originale cinematografico.
Ne è la riprova che nell’ultima mezz’ora dello spettacolo, quando nel cuore della notte tutti si addormentano, la vicenda si affloscia completamente e si perde ogni atmosfera strindberghiana o cechoviana che la Guerritore tenta (invano) di restituire. Per strada si sbriciola gran parte dello spirito del film. Se si arriva faticosamente alla fine è per merito della compagnia, composta da ottimi professionisti (tra i primi Cristian Giammarini, Francesca Reggiani e Ferdinando Maddaloni) tutti credibili (e giustificabili) perfino nelle imbarazzanti citazioni di danza da Kontakthof o Bandoneon della Pina Bausch.