dal: 23-10-2018 al: 25-11-2018
Terminato
Corso Buenos Aires, 33, 20124 Milano
Tel: 02 0066 0606
Orari:

Sala Shakespeare: MAR-SAB: 20:30 / DOM: 16:30
Sala Fassbinder*: MAR-SAB: 21:00 / DOM: 16:00
Sala Bausch: MAR-SAB: 19:30 / DOM: 15:30

*Sala soggetta a cambio d’orari.

 

 

Prezzi: 13,50 < 33 €

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SCHEDA SPETTACOLO: AFGHANISTAN – IL GRANDE GIOCO

Stagione 2018 -2019
Di David Greig, Joy Wilkinson, Lee Blessing, Ron Hutchinson, Stephen Jeffreys e traduzione Lucio De Capitani
Cast Claudia Coli, Emilia Scarpati Fanetti, Enzo Curcurù, Fabrizio Matteini, Hossein Taheri, Massimo Somaglino, Michele Costabile e Michele Radice
Una produzione Teatro dell'Elfo ed Emilia Romagna Teatro Fondazione in collaborazione con Napoli Teatro Festival con il sostegno di Fondazione Cariplo
Recensione di: Fausto Malcovati Voto 3.5

La coppia Ferdinando Bruni – Elio De Capitani ha fatto centro ancora una volta: Afghanistan – Il grande gioco è uno spettacolo bello, intelligente, semplice, rigoroso. Un progetto ambizioso: il testo, in tredici episodi di tredici autori diversi, tutti inglesi, è diviso dai registi in due serate, la prima quest’anno, la successiva prevista per il prossimo.
Gli autori raccontano frammenti di storia dell’Afghanistan dal 1842 al 2010, suddividendola in tre capitoli: dal 1842 al 1930 (Invasione e indipendenza), dal 1979 al 1996 (Il comunismo, i Mujaheddin e i talebani), dal 1996 al 2010 (Enduring Freedom). Bruni e De Capitani hanno deciso, per la prima serata, di mettere in scena tre episodi del primo capitolo e due del secondo: e affrontano così sia il conflitto, nella seconda metà dell’Ottocento, tra impero britannico e impero zarista per il controllo o la conquista di questo staterello così importante nello scacchiere mondiale, sia i giochi sporchi, ai nostri giorni, di americani e sovietici per lagestione politica del territorio, con filmati sull’invasione dei cingolati russi a Kabul ed esplicita denuncia dei traffici di armi americane vendute ai talebani per contrastare la strategia espansionistica del Cremlino. I testi sono ben scritti, illustrano episodi poco noti, volutamente taciuti o strumentalmente dimenticati: e mettono in luce le radici di un conflitto che spesso viene ideologizzato in modo superficiale. Ottima operazione, utile, estremamente opportuna in tempi in cui, quando si tratta di conflitti che non ci toccano da vicino,ci si limita a frettolose letture di quotidiani, qualche volta mal informati.
Anche lo spettacolo ha gli stessi pregi: scene semplici, con frequenti proiezioni di paesaggi, ritratti, carte geografiche, attori tutti convincenti, abilissimi nell’interpretare più personaggi, da Claudia Coli a Michele Constabile, da Enzo Curcurù a Leonardo Lidi, da Michele Radice a Emilia Scarpati Fanetti, da Massimo Somaglino a Hossein Taheri. Una serata appassionante, non un minuto di noia. Si esce con la voglia di saperne di più e di vedere la prossima puntata.

La recensione è stata pubblicata sul numero 2 del 2017 della rivista Hystrio