dal: 11-02-2016 al: 28-02-2016
Terminato
Via Alessandro Manzoni, 42, 20121 Milano
Tel: 02 763 6901
Orari:

Martedì – sabato: ore 20.45
Domenica: ore 15.30

Prezzi: 20 < 34 €

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SCHEDA SPETTACOLO: La Gatta Sul Tetto Che Scotta

Stagione 2015-2016
Di Tennessee Williams
Regia di Arturo Cirillo
Cast Vinicio Marchioni e Vittoria Puccini
Recensione di: Francesco Tei Voto 2.5

Dura la sfida che attende l’attrice (bellissima) di fiction tv e di cinema, quando decide il suo debutto in teatro: tanto più se in un ruolo difficile, che non si adatta molto né al suo fisico né al suo personaggio. Stiamo parlando di Vittoria Puccini, Maggie ne La gatta sul tetto che scotta, nell’allestimento firmato – come regia (poco visibile, in verità) – da Arturo Cirillo.

Alla prova della scena, la Puccini si dimostra ancora acerba: discutibile il suo cercare di dare carattere, grinta e aggressività alla sua Maggie provvedendo a ingrossare la voce o a scurirne il tono, oppure semplicemente gridando (scelta fatta anche da altri membri della compagnia). Il problema è, però, che l’aristocratica, bionda, alta e magra Puccini non ha molto né della carnalità né della sensualità provocatoria del personaggio, né quel tanto di volgarità che non guasterebbe anche agli altri personaggi. Non dimentichiamo che sia Brick, il protagonista, che il defunto Skipper erano muscolari “guerrieri” del football americano. Pare incongrua anche la scenografia – pure notevolissima – di Dario Gessati, che ci porta nelle affascinanti, metafisiche atmosfere visive di Edward Hopper: tutta un’altra America, quella del grande pittore anche se l’apertura del sipario è di fortissima suggestione.

Il clima di questa nuova edizione de La gatta è lontano (crediamo volutamente) da quello originario evocato da Williams, come se si fosse voluta collocare la vicenda in una dimensione astratta e “moderna”. Il livello non eccelso della Maggie di Vittoria Puccini non è compensato da una prova più convincente degli altri interpreti, tranne – in parte – Paolo Musio nel ruolo del padre, condannato a morte dalla malattia: Vinicio Marchioni è un protagonista più che corretto, attento all’intonazione dei diversi momenti, ma sostanzialmente monocorde e mai di grande effetto; Franca Penone è anagraficamente improbabile nella parte della mamma, per di più in una chiave banalmente bozzettistica e quasi caricaturale. Clio Cipolletta fa intuire comunque la sua statura di attrice, ma neanche lei appare adatta alla sua parte, quella della “cattiva” Mae. Di scarso peso, poi, il Gooper di Francesco Petruzzelli. Tutto questo però non significa che nei momenti clou dell’azione il drammone a tinte fortissime di Williams non riacquisti in pieno la sua presa sullo spettatore, avvinto dalla storia, dai tormenti, dalle malvagità, dalla sofferenza di tener nascosti inconfessabili segreti di questo interno familiare desolato e “maledetto”.