dal: 24-11-2018 al: 25-11-2018
Terminato
Via Ciro Menotti, 11, 20129 Milano
Tel: 02 3659 2544
Orari:

lunedì riposo
martedì, giovedì, venerdì, sabato ore 20.30
mercoledì ore 19.30
domenica ore 16.30

Prezzi: 12,50 < 25 €

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SCHEDA SPETTACOLO: Lunga giornata verso la notte

Stagione 2018 -2019
Di Eugene O’ Neill
Regia di Arturo Cirillo
Cast Arturo Cirillo, Milvia Marigliano, Riccardo Buffonini e Rosario Lisma
Una produzione Tieffe Teatro Menotti
Recensione di: Sara Chiappori Voto 0

Passioni represse, tragedie familiari, cadute rovinose con tutto l’armamentario di sogni traditi, rimorsi e rimpianti. È la grande stagione della drammaturgia made in Usa, quella dei mélo per personaggi smisurati e feriti che tanto piacevano alla Hollywood dell’epoca d’oro e dei suoi divi. Sono i capolavori di Tennessee Williams, Arthur Miller, Eugene O’Neill. Roba forte, complicata da domare volendone mantenere la temperatura emotiva ma aggiornata al disincanto di noi europei d’inizio millennio.

Ci prova Arturo Cirillo con la sua trilogia americana: dopo Zoo di vetro e Chi ha paura di Virgina Woolf di Albee, ecco ora Lunga giornata verso la notte, possente drammone autobiografico di O’Neill, probabilmente il suo capola- voro. Un solo giorno, la disfatta della famiglia Tyrone. Il padre James è un attore al tramonto di una carriera randagia e non brillantissima, il figlio Jamie si è dato al teatro più per pigrizia che per convinzione con risultati fallimentari, il più piccolo, Edmund, è malato (di tubercolosi, come l’autore). Tutti e tre alcolizzati conclamati, mentre la madre Mary è una morfinomane all’ultimo stadio. Infelici, anzi disperati, ognuno con la sua massiccia dose di fallimenti, rivendicazioni e sensi di colpa.
Testo bellissimo e meno datato di quel che potrebbe sembrare, che Cirillo ha opportunamente sfrondato proseguendo sulla linea metateatrale dei due spettacoli precedenti. Scena ridotta al minimo (forse anche troppo) con vaghi accenni anni Settanta, in primo piano un tavolo con bottiglia di whisky a misurare l’innalzarsi del livello etilico, ai lati le quattro postazioni/camerini a cui gli attori tornano concedendo pause ai loro personaggi ma non a se stessi, la macchina del fumo che dichiara la natura illusoria della nebbia che avvolge cose e sentimenti. Uno spettacolo per attori alla ricerca di una chiave antinaturalistica ma non fredda, in equilibrio volutamente instabile tra tentazione sentimentale e necessaria presa di distanza. Cirillo tutto in souplesseè James, Milvia Marigliano (con lui anche nelle precedenti avventure americane) trova per Mary il giusto umore vibratile e tossico, bravo Rosario Lisma a giocarsi il suo Jamie tra arroganza e fragilità, mentre Riccardo Buffonini è un Edmund piegato dal peso della disfunzionale famiglia con sussulti di ribellione. Uno spettacolo quasi dimesso, ma con un’idea registica precisa: se non c’è redenzione, l’unica salvezza è la fuga nell’immaginazione, cioè nel teatro.