dal: 24-11-2018 al: 25-11-2018
Terminato
Via Ciro Menotti, 11, 20129 Milano
Tel: 02 3659 2544
Orari:

lunedì riposo
martedì, giovedì, venerdì, sabato ore 20.30
mercoledì ore 19.30
domenica ore 16.30

Prezzi: 12,50 < 25 €

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SCHEDA SPETTACOLO: LO ZOO DI VETRO

Lo Zoo Di Vetro
Stagione 2018 -2019
Di Tennessee Williams
Regia di Arturo Cirillo
Cast Arturo Cirillo, Davide Enea Casarin, Milvia Marigliano e Monica Piseddu
Una produzione Tieffe Teatro Menotti
Recensione di: Diego Vincenti Voto 3

Come se fosse un blues. E invece è lo Zoo di vetro. Triste malinconia per anime irrisolte, paralizzate fuori da un tempo (da un mondo?) che non sarà mai il loro. Affaticate dall’idea di scegliere, di rimettersi in discussione. Impigrite da una grande bruttezza che si ramifica nelle misere abitudini quotidiane, perfino nei piaceri. È struggente la messinscena di Arturo Cirillo, che cancella senza rimpianti l’ambientazione originale (gli States anni Quaranta) per un oggi senza riferimenti, affogato in una povertà di mezzi e di speranze. I Wingfield, sempre loro. Ormai un classico. La madre Amanda, moglie abbandonata, morbosamente vigile sui figli, donna dagli entusiasmi fuori luogo e adolescenziali; il figlio Tom, che si sfoga nei cinema e nell’alcol, anche nei panni del narratore; sua sorella Laura, zoppa, in fissa sulla sua collezione di pezzi di vetro, che per un attimo torna ad avere sangue nelle vene grazie all’arrivo per cena di Jim, ragazzo che le piaceva ai tempi della high school. Ma è solo un gioco, non un fuoco. E l’esistenza torna grigia come dieci minuti prima. Non ci sono vie d’uscita. Si può solo fuggire. O sedersi (nuovamente) su un presente impolverato e rancoroso, cullati dai brani di Tenco. All’interno di un allestimento realista, dove i protagonisti paiono fuggire dalle luci, così come dalla vita. Realismo che segna la direzione interpretativa di tutto il lavoro. Chiave che amplifica le potenzialità del bel cast e la qualità di dialoghi che paiono non invecchiare, al limite frustrati da allestimenti non all’altezza. Non in questo caso. Perché sorprende invece Cirillo per la capacità di proporre Williams al contemporaneo, pur in una sostanziale fedeltà al testo. E si ritrovano certe atmosfere (certi gusti) del regista napoletano, qui a ritagliarsi il ruolo di Tom: ottimo come figlio, fragile come narratore, a rasentare la macchietta. Intensa e bravissima Monica Piseddu, mentre stona il “sopra le righe” di Milvia Marigliano, madre credibile nella sostanza, eccessiva nei modi. Ma sono dettagli. Di fronte alla sorpresa di (ri)scoprire per una volta la freschezza drammaturgica di Williams. La sua godibilità.