dal: 13-03-2018 al: 18-03-2018
Terminato
Via Pier Lombardo, 14, 20135 Milano
Tel: 02 599951

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SCHEDA SPETTACOLO: HERMADA – strada privata

Stagione 2017-2018
Di con la consulenza di Fabio e Roberto Todero, Lucio Fabi e dell’IRSREC e Renato Sarti
Regia di Renato Sarti
Cast Renato Sarti e Valentino Mannias
Una produzione Teatro della Cooperativa
Recensione di: Claudia Cannella Voto 0

“Hermada” è una parola slovena che significa “catasta di legna” ed è una collina tra Monfalcone e Trieste, il Monte Hermada, dove, insieme al San Michele, vicino a Gorizia, si svolsero sanguinose battaglie durante la Prima Guerra Mondiale. È anche il nome della via in cui ha sede, a Milano, il Teatro della Cooperativa diretto da Renato Sarti. Cortocircuiti della memoria e delle coincidenze che lo hanno spinto a mettere a fuoco le vicende umane di quegli uomini che combatterono e morirono su quelle due montagne. A monte l’indagine storica su documenti, libri e archivi, a valle un bellissimo testo, in cui trovano un magico equilibrio teatro d’impegno civile e parole alte, capaci di trascendere i fatti verso un teatro di poesia epico e struggente. A parlare sono, infatti, proprio i monti Hermada e San Michele: il primo teatro di un’ecatombe di fanti italiani e austriaci, il secondo pure scenario di feroci battaglie, dove nacque il mito della Brigata Sassari, formata interamente da sardi e nota per saper far fronte a qualsiasi avversità.

A dare voce alle due montagne sono Alex Cendron e Valentino Mannias, il primo veneto e il secondo sardo, vicini al tema anche per origini geografiche, che assurgono a figure quasi mitologiche con un’interpretazione che tocca il cuore per sensibilità, misura e dolente adesione alle vicende narrate. A loro il compito di evocare l’inizio della guerra, gli episodi successivi, la vita quotidiana e la terribile condizione umana dei soldati. E pazienza se il “travestimento” da montagne, con tessuto leggerissimo di strehleriana memoria, è un po’ approssimativo. Rimane forte il senso di un’operazione, in cui Storia e memoria vengono a bussare alle nostre coscienze, senza retorica o facili pietismi, per ricordarci ancora una volta l’orrore di tutte le guerre.