dal: 19-02-2019 al: 24-02-2019
Terminato
Via Pier Lombardo, 14, 20135 Milano
Tel: 02 599951

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SCHEDA SPETTACOLO: DELITTO/CASTIGO

Stagione 2018 -2019
Di tratto dal romanzo "Delitto e Castigo" di Fëdor Dostoevskij
Regia di Sergio Rubini
Cast Francesca Pasquini, Francesco Bonomo, G.U.P. ALCARO, Luigi Lo Cascio e Sergio Rubini
Una produzione in coproduzione con Fondazione Teatro della Toscana e Nuovo Teatro
Recensione di: Giusi Zippo Voto 0

Note di presentazione

Delitto e castigo diventa Delitto/Castigo nello spettacolo di Sergio Rubini. L’assenza della congiunzione sottolinea fin dal titolo che l’adattamento teatrale del romanzo di Dostoevskij punta sulla sottrazione per focalizzare l’attenzione sul conflitto interiore del protagonista, Raskol’nikov, responsabile di un duplice omicidio, quello premeditato di una vecchia e meschina usuraia e quello accidentale della sua mite sorella.
Un conflitto che crea in lui una scissione: da un lato rifiuta di provare rimorso, dall’altro non riesce a sfuggire ai sensi si colpa. Una dicotomia, un’alternanza, una contrapposizione – tra delitto e castigo, appunto – che diventa febbrile. In scena, Rubini e Lo Cascio sono disposti dietro a un leggio ai lati opposti del palcoscenico. Cappotti pendono dal soffitto per suggerire, all’occorrenza, sinistre presenze e demoni che divorano l’animo.
Un’interpretazione che coinvolge e irretisce, quella di Lo Cascio, che dà voce al protagonista, alle sue ansie, ai rimorsi, ai ripensamenti rivissuti con lucidi ragionamenti. Rubini invece presta voce all’io narrante del romanzo e a personaggi vari che interagiscono con Raskol’nikov, accompagnandoci con maestria e rigore nella storia.
Essenziali gli oggetti di scena: un letto, un tavolo che pende dal soffitto. I diversi stati d’animo sono amplificati dai suoni di G.U.P. Alcaro; poche le battute per Bonomo e la Pasquini. Una sorta di lettura drammatizzata articolata e curata nei minimi particolari, in fin dei conti, con una bella prova d’attore per i due interpreti principali, che riescono a trascinare nel cuore del racconto e a far rivivere le ossessioni di Raskol’nikov, ma forse un po’ troppo ancorata al romanzo e quindi priva della carica emotiva di uno spettacolo vero e proprio.