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SCHEDA SPETTACOLO: Io, Vincent Van Gogh

Entrare nei quadri di un artista come Vincent Van Gogh è la sfida che si è prefissato Corrado D’Elia in questo suo nuovo monologo, un altro album, con l’ausilio di effetti illuminotecnici potenti e suggestivi che riproducono i colori intesi dell’artista e alcune suggestioni sonore come il verso dei corvi, o la paglia accatastata a terra. Da solo in scena D’Elia, seduto su una seggiola di paglia, altro richiamo ai quadri di Van Gogh, al centro del palco, ricostruisce, tramite le lettere e gli scritti, i momenti salienti della vita del pittore olandese: le visite alla tomba del fratello omonimo nato morto, fatto che gli pesa come un presagio, gli anni di Parigi, il rapporto con il fratello Theo, al quale scrive lettere disperate, la vita ad Arles nella casa gialla, il confronto con Gaugin, fino all’affiorare della pazzia e al ricovero in manicomio.
Non si sofferma sull’altalenare tra pazzia e lucidità dell’ultimo periodo ma continua la sua indagine nella ricerca del colore tramite il racconto dei suoi sentimenti e le sue sensazioni alla ricerca del quadro perfetto. In una sorta di flusso di coscienza si susseguono le emozioni, le sensazioni, e allucinazioni e i ragionamenti senza un apparente collegamento, separati solo dalla musica incalzante, anch’essa fortemente emotiva e coinvolgente, per segnare il passaggio da una situazione ad un’altra, incentrando, anche se in modo autoreferenziale, lo spettacolo sulla recitazione dell’attore, autore e regista.