dal: 02-02-2016 al: 07-02-2016
Terminato
Via Rivoli, 6, Milano
Tel: 848 800 304
Orari:

Salvo diversa indicazione, gli orari degli spettacoli al Piccolo sono: martedì, giovedì e sabato, 19.30; mercoledì e venerdì 20.30; domenica 16.

Prezzi: 12 < 32 €

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SCHEDA SPETTACOLO: DARLING (Ipotesi per un’Orestea)

Stagione 2015-2016
Di Ricci/Forte
Regia di Stefano Ricci
Cast Anna Gualdo, Gabriel Da Costa, Giuseppe Sartori e Piersten Leirom
Una produzione Romaeuropa Festival e Snaporazverein
Recensione di: Roberto Canziani Voto 2.5

Se non fossimo sicuri che stavolta hanno sbagliato mira, scriveremmo volentieri che Darling è il più bauschiano degli spettacoli di ricci/forte. Il tandem teatrale più chiacchierato del decennio ha poco a che fare con Pina Bausch, naturalmente. L’eredità diretta della coreografa tedesca arriva fino alla generazione precedente (quella di Delbono, per intenderci) e la delicatezza indiscreta con cui Pina trattava i suoi danzatori è qualcosa di molto diverso dall’acido lattico e l’adrenalina che r/f sono abituati a pompare nel sangue dei performer.

Eppure, sotto la superficie, qualcosa di indicibilmente Bausch si respira. Come in Bausch, anche qui è fortissima l’incidenza di una drammaturgia musicale, che compone “a numeri” lo spettacolo facendone, anche, un jukebox, o playlist emotiva, sulla quale opera la tenaglia della regia. Apparentemente fragile, Pina si limitava a porre le sue famose domande e a far scaturire le improvvisazioni. La spietatezza fisica è invece uno degli strumenti privilegiati d’indagine di r/f. Non crudeltà – si badi – ma un invito sempre accettato, e sempre gradito da chi lavora con loro, a forzare il corpo, superare il limite del quotidiano, vivere al 110% lo spazio e il tempo della scena. Così anche in Darling devono faticare.

Lo sfidante è un container vero, di metallo, 500 chili di portellone che solo uno stridìo di catene e argani può sollevare e che in estenuanti e sudati saliscendi mette alla prova la resistenza fisica dei performer. Solo quattro, stavolta, e impegnati – spiega il foglio di sala – a svolgere il tema Orestea. Se possibile in 2’ e 55”: tanto dura dentro al container il mattatoio degli assassinii congegnato da Eschilo in tre tragedie, mentre la voce di Frank Sinatra incalza con Bewitched, stregoneria.

Il tema tragico si può comunque sdrammatizzare, magari con una divertente chat che ripercorre il dialogo di Elettra e Oreste, o una suite di canzoni che dovrebbero agire come lame sui sentimenti degli spettatori: Burt Bacharach, i Led Zeppelin, ma anche i Coldplay o i presagi dei Prodigy. E si finisce con le mosse ancheggianti di Tony Manero nella Febbre del sabato sera. Ma Eschilo ne esce talmente triturato che non lo si può più masticare. Si dirà: lo avevano fatto, spettacoli prima, anche con Virgilio, Dennis Cooper, i fratelli Grimm, Chuck Palahniuk. Darling conferma l’idea che dall’estetica di ricci/ forte – anche per ricci/forte – è difficile sfuggire. E che, stavolta almeno, è sbagliata la mira.