dal: 19-05-2015 al: 24-05-2015
Terminato
Corso Buenos Aires, 33, 20124 Milano
Tel: 02 0066 0606
Orari:

Sala Shakespeare: MAR-SAB: 20:30 / DOM: 16:30
Sala Fassbinder*: MAR-SAB: 21:00 / DOM: 16:00
Sala Bausch: MAR-SAB: 19:30 / DOM: 15:30

*Sala soggetta a cambio d’orari.

 

 

Prezzi: 13,50 < 33 €

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SCHEDA SPETTACOLO: Barnum

Stagione 2014-2015
Di Elena Bucci
Regia di Elena Bucci
Cast Dimitri Sillato (pianoforte) e Elena Bucci
Una produzione Le Belle Bandiere
Recensione di: Francesca Serrazanetti Voto 3

Barnum è il nome di un bar che raccoglie storie di «naufraghi dall’Occidente», un luogo di un tempo passato, con la polvere e le tracce che nascondono ricordi sui quali fantasticare. È una danza di parole e musica lo spettacolo che Elena Bucci porta in scena nell’ambito di Autobiografie di ignoti, un progetto “abitato” da personaggi non necessariamente reali, che parte da uno studio sull’improvvisazione. In un moto disordinato di pensieri e canzoni, «il treno dei desideri nei miei pensieri all’incontrario va» e riporta l’attrice all’infanzia e a tempi andati di rivoluzioni e ideali, nella terra di Romagna.

Ballando con i ricordi e con la sonorità delle parole, componendo rime sulle note eseguite dal vivo dal musicista Dimitri Sillato, Elena Bucci filtra attraverso se stessa miriadi di personaggi con un’interpretazione intensa e leggera. Domatrice della scena, diventa “La Monica”, in cerca del proprio “io” che sopravvive ai tanti “io” che si uccidono l’un l’altro, o Gigi, il proprietario di una trattoria di paese, o la giovane Ofelia che sembra davvero parlare con i pesci mentre cerca di annegare sott’acqua per attirare l’attenzione del bagnino di cui è innamorata. Il barista (il macchinista sempre dietro al bancone, al quale è concesso solo qualche ammiccamento) rappresenta il contrappunto reale e concreto di tutti i personaggi, in una giostra di riferimenti popolari e omaggi a numi tutelari tra i quali regna Fernando Pessoa, il poeta portoghese «fidanzato con il suo immaginario», seduto a tutti i caffè del mondo.

In Barnum le convenzioni del lavoro di attore, «pappagallo ripetente di un testo imparato a memoria», lasciano spazio a quelle che sembrano piuttosto sapienti acrobazie di musica e parole. Il palco si trasforma in una pista da circo animata dai protagonisti di storie ascoltate al tavolino del bar o costruite con la fantasia. I caratteri dei personaggi sembrano poter rappresentare un’umanità intera. E allora forse non è un caso che Barnum non sia solo il nome di un noto impresario circense, ma anche quello di un effetto per cui ogni individuo tende a riconoscersi in un profilo psicologico dettagliato, eppure talmente generico da poter essere universale. In una celebrazione dell’immaginario che è l’essenza stessa del teatro.