dal: 09-02-2016 al: 06-03-2016
Terminato
Via Pier Lombardo, 14, 20135 Milano
Tel: 02 599951

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SCHEDA SPETTACOLO: Il ballo

Stagione 2015-2016
Di Sonia Bergamasco liberamente ispirato a "Il ballo" di Irène Némirovsky
Cast Sonia Bergamasco
Una produzione Teatro Franco Parenti/Sonia Bergamasco
Recensione di: Fausto Malcovati Voto 3.5

Specchi. Specchi. Specchi. Vanità. Superbia. Crudeltà. Infelicità infantile. Arroganza adulta. Il ballo: uno dei più bei testi di Irène Némirovsky. Storia di una figlia infelice, mortificata, non amata che si vendica di una madre tirannica, frivola, capricciosa. La madre organizza un ballo, boriosa occasione per esibire la recente ricchezza: la figlia, esclusa perché troppo piccola e comunque ingombrante, glielo manda a monte (non imbuca gli inviti).

Sonia Bergamasco costruisce uno spettacolo, un vero spettacolo a cinque voci (madre, padre, figlia, istitutrice, vecchia cugina), magnifico per passione e talento. Inventa cinque personaggi diversissimi, cinque voci dissimili, cinque gestualità stravaganti: diventa di volta in volta madre vanesia, padre rozzo, figlia frustrata, istitutrice autoritaria, cugina pettegola. Si muove tra grandi specchi inquietanti, che riflettono le storie feroci di quei cinque esseri umani infelici, insoddisfatti, disattenti, violenti, incapaci di amare. Gli specchi all’inizio sono velati: Sonia li scopre uno dopo l’altro, come cercando di moltiplicare la disperazione che cresce di battuta in battuta, e si avvolge nei teli di plastica che li coprono come intrecciando le storie narrate, per poi buttarli, eliminarli, strapparli. Antoinette, la figlia, è tiranneggiata, schiacciata, sopraffatta, continuamente ferita da una madre che non conosce affetto, tenerezza, attenzione, da un padre che fa solo soldi, da un’istitutrice che la estenua con noiose lezioni di piano. E quando arriva l’umiliazione definitiva, l’esclusione dal primo grande ballo nella pomposa casa da nuovi ricchi, scatta la vendetta: tutti gli inviti, accuratamente scelti per vanagloria mondana (da Antoinette scritti sotto dettatura della madre), finiscono nella Senna.

È una fenomenale prova d’attrice, quella di Sonia Bergamasco: una lettura composita che si rinnova in ogni gesto e in ogni tono. Magnifiche le braccia sventolate in alto della cugina che arriva, unica invitata, al ballo, le compiaciute smancerie della madre, il brutale tono roco del padre, la voce avvilita della figlia. E magnifico quel sorriso finale, perfido e disperato, con cui Antoinette, protesa sullo specchio che la illumina in modo quasi satanico, rivendica il suo esserci, il suo spazio, il suo bisogno inascoltato di amore, la sua crudeltà, la sua vittoria. O forse la sua definitiva sconfitta.