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SCHEDA SPETTACOLO: IL TRENTESIMO ANNO
Sonata per voce sola, Il trentesimo anno. Nessun altro strumento. Mille modulazioni. Piano, pianissimo, forte, agitato, fortissimo. Un abito bianco con sontuosi drappeggi, un leggio, le braccia che volteggiano sopra la testa con gesti evanescenti. E la voce, sì la voce: di volta in volta morbida, secca, aspra, rauca, cupa, angosciata, serena, radiosa, leggera, civettuola. Sussurri, stacchi, grida, sospensioni, accelerazioni, pause, e via, via seguendo una partitura tutta interiore che cattura, coinvolge, commuove. Superba prova d’attrice.
“Un’idea di e con”: dunque tutto suo è il lavoro di scelta, adattamento, messa in scena.
Sonia Bergamasco affronta il testo di Ingeborg Bachmann con una magnifica intelligenza interpretativa. “Sono in cerca di frasi vere” dice l’attrice in una breve nota. Così è: vera è ogni parola nella sua lettura, vera, inquietante, a volte sconvolgente. È la storia di un compleanno: trent’anni appunto. Il protagonista si trova di fronte a un vuoto: chi sono, dove sono, che cosa voglio. Non sa rispondere. Fugge. Va prima a Roma, dove è stato tempo fa, ritrova amici e luoghi noti, ma non la risposta alle sue domande. Fugge di nuovo: Venezia, Vienna. Cerca, si interroga, vaga, incontra, ma non si ritrova. Un incidente di macchina lo spinge al limite dell’esistenza e della consapevolezza. Risolverà? Si ritroverà? Il discorso viene lasciato aperto. Il racconto non è un capolavoro, il percorso interiore del trentenne è talora incerto, sbanda, lascia perplessi, ma è una magnifica occasione per Sonia Bergamasco, che ci fa dimenticare con la sublime padronanza del suo strumento vocale la fragilità dell’originale.