Martedì – sabato: ore 20.45
Domenica: ore 15.30
Calcola percorso
Potrebbe interessarti anche
donchisci@tte
Io, Vincent Van Gogh
Partenza in salita
Aspra + The Verge of Ruin
SCHEDA SPETTACOLO: SOGNO DI UNA NOTTE DI MEZZA ESTATE
Ambientata in un tempo non troppo lontano, la versione del Sogno di una notte di mezza estate proposta da Massimiliano Bruno si presenta come una fiaba moderna: abiti eleganti, atmosfere oniriche, interpretazioni di carattere cucite addosso agli interpreti. Una macchina non facile da governare quella del play shakespeariano, che gioca su molteplici piani (realtà e sogno, razionalità e istinto, classi sociali diverse) e su suggestioni tematiche complesse (realismo, mito classico, fiaba e folklore) fondendoli in un prezioso equilibrio. L’adattamento della vicenda tende, invece, qui, a semplificare non tanto l’intreccio quanto il linguaggio che, nel tentativo di avvicinarsi alle orecchie dei moderni, rischia a tratti di appiattirsi sulla gag perdendo gran parte della potenza dell’immaginario shakespeariano.
Spingendo sul pedale onirico-grottesco, Bruno caratterizza il bosco con apparizioni fantastiche che ricordano i personaggi di un circo perduto: uomini forzuti, fate-fanciulle in tutù e calzamaglie a righe, maghi e domatrici. La coppia Teseo/Ippolita, raddoppiata da quella Oberon/Titania, è interpretata, secondo consuetudine, dagli stessi attori: e se la Titania di Violante Placido è una “domatrice” un po’ sexy un po’ dark, l’Oberon di Giorgio Pasotti è un viveur alquanto blasé, dalle scoperte tendenze bisex, che stupisce il pubblico con numeri di prestigio e una bacchetta magica al posto dello scettro.
Puk è Paolo Ruffini, star della tv d’intrattenimento, un folletto maturo e disincantato, che osserva le vicende con un certo sarcastico distacco, abito nero da clown, flemmatico e costantemente impegnato a sorbire da una cannuccia la sua bibita formato king-size. Divertente la caratterizzazione dei personaggi della compagnia di artisti-artigiani capitanati dal debordante Bottom di Stefano Fresi, attore e compositore, che non si sottrae a un numero musicale. Per loro un registro linguistico costituito da un fantasioso italiano antico (un Brancaleone in sedicesimi) buffo quanto basta. Comme il faut i quattro amanti contrastati. Senza andare a fondo del testo, ma anche senza vistosi scivoloni, il risultato è un buon prodotto teatrale che funziona come una commedia blockbuster