Salvo diversa indicazione, gli orari degli spettacoli al Piccolo sono: martedì, giovedì e sabato, 19.30; mercoledì e venerdì 20.30; domenica 16.
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SCHEDA SPETTACOLO: Virgilio brucia
Non tanto o, meglio, non soltanto uno spettacolo su Virgilio, ovvero sull’Eneide, bensì una riflessione approfondita e stratificata sul significato dei cosiddetti “classici” nella contemporaneità e sul ruolo del poeta, sovente ambiguamente legato al potere, come fu per il mantovano, cantore della gloria di Ottaviano Augusto.
Il nuovo lavoro dei veneti Anagoor, Virgilio brucia, miscela con severa e stringente armonia materiali letterari, filosofici, etnografici, linguistici e visivi assai eterogenei, tenuti insieme da un filo drammaturgico saldo e robusto, tessuto con un’urgenza etica né estemporanea né, tantomeno, velleitaria. Un video trasporta nel liceo Giorgione di Castelfranco Veneto, dove la compagnia è nata, e il “professore” Marco Cavalcoli riflette su quanto la percezione dell’attualità di un “classico” dipenda non tanto da parallelismi o attualizzazioni, bensì dalla possibilità di gettare ponti fra esso e il presente, in particolar modo allorché quest’ultimo risulti scosso da eventi non marginali. Ai video – ne segue un altro, ad accompagnare la discesa nell’Ade di Enea, crudo ed evocativo allo stesso tempo – si alternano ovvero accompagnano i canti a cappella – frutto di arrangiamenti di musiche tradizionali, colte e popolari – le azioni corali, che dipingono sul palcoscenico vive immagini pittoriche – le parti recitate, in italiano, ma anche serbo, armeno e latino. Una scelta quest’ultima che, a dispetto dell’apparente osticità, restituisce forza ed emotività ai testi originali.
Ne è prova rilucente la parte finale dello spettacolo: Marco Menegoni – con una memorabile prova d’attore – interpreta l’intero canto II dell’Eneide, in latino, e la disperazione dell’eroe troiano in fuga dalla sua città in fiamme riesce a scuotere nel profondo viscere e animo degli spettatori. Poiché, in fondo, ci dicono i giovani ma maturi Anagoor, questo è il reale compito dell’artista, vivere dentro di sé e restituire con voce potente dignità e umanità al dolore degli uomini.