dal: 03-02-2017 al: 05-02-2017
Terminato
Via Gaudenzio Ferrari, 11, 20123 Milano
Tel: 02 832 3156
Orari:

Lunedì, giovedì, venerdì h. 21.00 (riposo martedì).

Mercoledì, sabato h. 19.30.

Domenica h. 17.00.

Prezzi: 9 < 18 €

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SCHEDA SPETTACOLO: RIVELAZIONE

Stagione 2016-2017
Di Laura Curino e Simone Derai
Regia di Simone Derai
Cast Marco Menegoni
Una produzione Anagoor
Recensione di: Ilaria Angelone Voto 3.5

Giorgione, pittore del primo Cinquecento veneto, ha lasciato opere che hanno influenzato la storia dell’arte moderna. Alla sua arte raffinata, moderno equilibrio di forme, colori, soggetti d’ispirazione religiosa e umanissima, si sono ispirati in moltissimi (fra cui Tiziano). Di lui, della sua vita, si conosce pochissimo. Di lui racconta Anagoor, nello spettacolo Rivelazione, prodotto nel 2009, che torna ora col solo Marco Menegoni in scena. Perché Giorgione? Perché è di Castelfranco Veneto, certo, ma anche perché il suo mistero, porta con sé quel sovrappiù di senso adeguato alla creazione teatrale. Sette meditazioni a tema: silenzio, natura umana, desiderio, giustizia, battaglia, diluvio e tempo, ispirate ad altrettante opere di Giorgione: la Pala, i Ritratti, la Venere Dormiente, la Giuditta, i Tre Filosofi, la Tempesta, il Fregio.
Una drammaturgia della parola precisissima (preziosa la collaborazione di Laura Curino), basata su documenti storici e critici (Vasari, primo fra tutti), si addentra nelle opere, indagandone storia e personaggi, spesso con il filtro dall’esperienza percettiva dello sguardo del performer. Una drammaturgia dell’immagine altrettanto precisa, in cui le opere, proiettate su tre schermi verticali posti alle spalle di Menegoni, sono visualizzate come percorse dallo sguardo in movimento sui dettagli. Magnifica la cura del suono, dalle musiche alla voce del performer, restituita da due microfoni che ne offrono timbri diversi, ora più puliti, ora più sporchi a seconda che siano le parole degli storici o del presente. Numerose le suggestioni connesse alla visione di Giorgione: dal profondo, umanissimo dolore nascosto dalla splendida figura del soldato della Pala di Castelfranco con cui il committente Tuzio Costanzo, “prima lancia” del Re di Francia, piangeva la morte del figlio Matteo, all’evocazione dell’anticristo nelle immagini dell’11 settembre, alle criptiche, misteriche simbologie del Fregio bicolore della sequenza finale.