dal: 27-10-2015 al: 04-11-2015
Terminato
Via Rovello, 2, Milano
Tel: 848 800 304
Orari:

Salvo diversa indicazione, gli orari degli spettacoli al Piccolo sono: martedì, giovedì e sabato, 19.30; mercoledì e venerdì 20.30; domenica 16.

Prezzi: 12 < 32 €

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SCHEDA SPETTACOLO: Trilogia del Naufragio: Lampedusa Beach

Stagione 2015-2016
Di Lina Prosa
Regia di Lina Prosa
Cast Elisa Lucarelli
Una produzione Teatro Biondo Stabile Di Palermo
Recensione di: Filippa Ilardo Voto 2.5

Sale sulle ferite ancora aperte di quel traffico di vite che si consuma ogni giorno sotto occhi occidentali, con il suo carico pesante sulle coscienze di morti annegati, Lampedusa beach ci racconta del dramma dell’immigrazione, uno sconcertante sacrificio di uomini e donne che sta trasformando il mare nostrum in un cimitero di vite umane, di speranze, di illusioni infrante.

Protagonista di questa moderna odissea è la giovane africana Shauba, partita dalla sua terra per fuggire alla fame, con le orecchie colme delle parole sagge della zia Mahama, scivolata in mare mentre gli scafisti cercavano di violentarla. Nell’incontrare la morte dentro il ventre del mare, la vita sembra avere parole diverse, si lascia cogliere nel suo senso più profondo, lo spazio temporale si dilata, gli attimi si condensano nell’attimo, il ritmo vitale è quello di un sospiro, di un’apnea, un ultimo battito di vita. Mare come frontiera della vita e della morte, frontiera dei sogni disillusi, frontiera tra mondi, un Sud e un Nord irrimediabilmente lontani. Mare innocente, mare colpevole, mare che si prende tutto, che ingoia e vomita vita e vite.

Peccato però che questa forza dell’attualità non aggiunge nessuna forza al testo e alla messa in scena diretta dalla stessa Prosa. Non c’è l’assolutizzarsi in una dimensione mitica che diventa simbolo, né l’impeto della cronaca immediatamente trasformatasi in poesia. Parole che si aggiungono a parole, letteratura che, in certi momenti, fatica a tradursi in teatro, in forza emotiva. Così come l’attacco politico, poco motivato rispetto a quello che è soprattutto un dramma dell’esistenza in cui le categorie di capitalismo, borghesia, potere risultano vuote di significato.