dal: 04-12-2017 al: 04-12-2017
Terminato
Via Pier Lombardo, 14, 20135 Milano
Tel: 02 599951

Calcola percorso

SCHEDA SPETTACOLO: THANKS FOR HURTING ME – Kafka. Un tributo postumo

Stagione 2017-2018
Regia di Enzo Cosimi
Cast Alice Raffaelli, Elisabetta di Terlizzi e Paola Lattanzi
Una produzione Compagnia Enzo Cosimi, con il sostegno di : la residenza di Amat - Artedanzae20/DanceHaus e di Festival Quartieri dell’Arte di Viterbo, MIBACT e Regione Lazio
Recensione di: Paolo Ruffini Voto 0

Terza tappa del progetto Sulle passioni dell’anima il nuovo lavoro di Enzo Cosimi giunge a un estremo disegno coreografico. Sembrerebbe un lascito metafisico del gesto, dove il “tema” del dolore (dopo quello della paura in Fear party e successivamente del de- siderio in Estasi) ci viene esposto come un architrave del pensiero applicato alla scena, un’orchestrazione del senso piuttosto che la didascalia di un racconto. Alla sua maniera, quindi, nell’apparente disequilibrio di un dialogo fisico in cui sono calate tre figure portatrici di significati oltremodo anarchici, intorno a una pervasiva emozionalità che tocca le corde più profonde dell’esistere in questo tempo in fuga (da sé e dagli altri). L’idea del dolore è per Cosimi una condizione dalla quale prendere forza, un processo da attraversare cosciente della perdita di ciò che si trascina dietro la stringente attualità di cui siamo in qualche modo tutti succubi (perdita di centralità, di bellezza, di potere della seduzione). Assenza dunque, anche del giogo della violenza come atto di rivolta, preferendo un puro distillato per una visione sul mondo inquieta e che abdica di fronte a un futuro omogenizzato. Già con Bacon il mal de vivre poneva domande sulla ferinità della vita. Oggi per contro il fantasma di Kafka ci riporta a una maggiore sofferenza: per questo lo sguardo del coreografo diventa ancor più tagliente, perché ha il coraggio (come pochi) di lasciarsi alle spalle (bella) forma e innesti retorici solo soggettivi, preferendo una verità che è, allo stesso tempo, un tratto decisamente politico e un grido di allarme collettivo. Le tre performer fanno da coro e da controcanto al pensiero di Cosimi, che le vuole stavolta simili a macchine e funeree come delle prefiche; in controluce ravvediamo la dance di Matisse con squarci espressionistici nei corpi e nelle posture facciali, il suono rimanda al noise e al vuoto, e tra parole accennate e intrusioni di rumori esterni Thanks for hurting me ordisce un’ispirazione potente.