Salvo diversa indicazione, gli orari degli spettacoli al Piccolo sono: martedì, giovedì e sabato, 19.30; mercoledì e venerdì 20.30; domenica 16.
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SCHEDA SPETTACOLO: IL SINDACO DEL RIONE SANITA’
Con un rap cantato nella penombra della sala, seguito da alcuni colpi di pistola e dal nervoso ansimare d’un rottweiler, rinchiuso in un labirinto di plexiglass che funge da palcoscenico: così comincia la prima rappresentazione dello spettacolo firmato da Mario Martone, Il sindaco del Rione Sanità, evidenziando – fin dall’inizio – una contestualizzazione molto precisa e riconoscibile.
La prima prova di Martone con la drammaturgia di Eduardo non poteva che coincidere con un’operazione dall’importante significato sociale: far debuttare l’opera decisamente più spinosa e ambigua sulla giustizia personale, alternativa a quella “ufficiale”, in uno dei quartieri più problematici di Napoli, quello di San Giovanni a Teduccio, dove, nonostante le oggettive difficoltà socio-ambientali, da diversi anni opera un gruppo di giovani teatranti indipendenti che, con il Nest, sta dando un notevole contributo alla crescita civile e culturale dell’intera zona. E non si può fare a meno di tornare con la memoria a Falstaff, un laboratorio napoletano che Martone mise in scena al Teatro San Ferdinando con alcuni detenuti del carcere minorile di Nisida, ai quali, negli ultimi anni della sua vita, tanto s’era dedicato lo stesso Eduardo. Oggi come allora appare impossibile non tener conto di tali premesse perché danno senso e in qualche modo sopravanzano lo spettacolo. Uno spettacolo decisamente rivolto all’attualità, con un’ambientazione che non ha niente a che vedere con il «gradevole, luminoso soggiorno di un appartamento situato ai piedi del Vesuvio» descritto da Eduardo, ma che, al contrario, mostra la casa fredda e inquietante d’un boss di oggi, con sedie trasparenti, divani di pelle nera e alti cancelli di sicurezza. Una casa popolata da personaggi tutti più giovani di almeno una generazione rispetto a quelli sgorgati dalla penna di Eduardo e riconoscibili come appartenenti al famigerato “sistema” che agisce tra le maglie della nostra società. Affiatata e piena di energia la compagnia che ha formalizzato pienamente l’intenzione del regista di innescare un corto circuito fra questo testo decisamente problematico e la difficile realtà dei nostri giorni.