dal: 09-11-2017 al: 26-11-2017
Terminato
Via Gian Antonio Boltraffio, 21, 20159 Milano
Tel: 02 6901 5733
Orari:

Martedì-mercoledì-giovedì-venerdi-sabato ore 20.30
Domenica ore 16.00
Domeniche di giugno ore 17.00

Prezzi: 9,50 < 20 €

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SCHEDA SPETTACOLO: IL MERCANTE DI VENEZIA

Stagione 2017-2018
Di adattamento Filippo Renda e di William Shakespeare
Regia di Filippo Renda
Cast Beppe Salmetti, Francesca Agostini, Irene Serini, Mattia Sartoni, Mauro Lamantia, Sebastiano Bottari e Simone Tangolo
Una produzione Centro Produzione Elsinor e in collaborazione con IDIOT SAVANT
Recensione di: Maddalena Giovannelli Voto 0

Tutto si può dire, del teatro di Filippo Renda, tranne che manchi di idee interpretative. I precedenti spettacoli (che non sono pochi, tenuto conto dei suoi ventotto anni) attraversano i generi e gli autori più diversi: dalla commedia yiddish alla narrativa di Jonathan Coe, ogni opera viene attraversata da letture registiche radicali, fortemente orientate ai linguaggi del contemporaneo e a un profondo lavoro d’attore.

Con la stessa attitudine, Renda si avvicina al Mercante di Venezia di Shakespeare: e dà vita così a una Serenissima simbolica e antinaturalistica, che sembra prendere le sembianze di un girone infernale. Anche i personaggi paiono meta siche ipostasi: Antonio pensa a come rimediare soldi sdraiato mollemente in una vasca vuota, Shylock incombe sinistro dall’alto mentre un cronometro segna il tempo che manca all’estinzione del debito, e un malinconico fool con chitarra in mano parla con gli spettatori di quella buffa cosa chiamata essere umano. Il cuore dell’interpretazione (e senz’altro anche la parte più interessante dell’allestimento) sta nella Porzia di Irene Serini, che si presenta in vestito bianco come una fanciulla d’altri tempi, ma che gioca il personaggio tutto su stridenti contrasti: quell’immagine femminina esteriore ed eterea, per la quale accorrono improbabili pretendenti da tutto il paese, non le corrisponde più.

Ma non le sarà possibile prenderne le distanze, se non a prezzo di in nite sofferenze: e certo non è più possibile per Renda, in questa prospettiva, riproporre il rassicurante lieto ne dell’originale. Gli attori della compagnia Idiot Savant si divertono sul palco e con loro fanno divertire il pubblico; e si comprende bene che hanno molto da dire, su se stessi e sul mondo. Anche per questo si ha l’impressione che sulla loro pelle i personaggi shakespeariani finiscano per calzare un po’ stretti, proprio come il vestito di Porzia: ma se il testo del Bardo rischia di frenare lo slancio che muove l’autore verso altri temi e altre urgenze, perché non lasciarlo indietro e andare, radicalmente, altrove?