dal: 16-02-2016 al: 28-02-2016
Terminato
Via Gian Antonio Boltraffio, 21, 20159 Milano
Tel: 02 6901 5733
Orari:

Martedì-mercoledì-giovedì-venerdi-sabato ore 20.30
Domenica ore 16.00
Domeniche di giugno ore 17.00

Prezzi: 9,50 < 20 €

Calcola percorso

SCHEDA SPETTACOLO: Le Intellettuali

Stagione 2015-2016
Di Moliére
Regia di Monica Conti
Una produzione elsinor
Recensione di: Claudia Cannella Voto 3

Commedia poco rappresentata, ma certo fra le più interessanti di Molière, Le intellettuali non è un testo facile da mettere in scena. Perché è corale nel suo amaro tratteggiare le molteplici facce del potere: quello della cultura e quello dell’ignoranza, della tradizione e della novità, del maschio e della femmina. Perché manca di protagonisti assoluti e offre molteplici “centri” e punti di vista, a tratti anche contraddittori, permeati tutti da una grande disillusione di fondo. Verso la cultura, qui fonte di distorta percezione della realtà e di inganno, ma anche verso il pragmatismo dell’ignoranza, che non è la miglior soluzione ai propri guai esistenziali, ma semplicemente la meno peggio.

Dissodare grandi classici poco frequentati per metterne in luce riverberi, anche imprevedibili, sulla nostra contemporaneità, è però una costante delle acute regie di Monica Conti che, anche in questo caso, riesce con rigore a mettere a fuoco e a domare un testo assai sfuggente.

Pretesto narrativo di un plot davvero esile è la contesa matrimoniale tra padre e madre, il ricco borghese Crisalo e la moglie Filaminte, su chi dare in sposo alla figlia Enrichetta: Clitandro, gradito alla ragazza e al papà, o il pedante e fasullo Trisottani, idolatrato dalle “intellettuali” di casa, ovvero mamma, zia e sorella. Un uomo, Trisottani, sorta di Tartufo in sedicesimo, pronto a tessere le sue trame con le armi della pseudo cultura al posto di quelle della pseudo devozione, a cui il bravo Roberto Trifirò dà un tono di livida ambiguità che “contagia” giustamente tutta l’atmosfera della pièce.

Ma è tutta la compagnia a reggere ottimamente il gioco, con gli alessandrini della sempre splendente traduzione di Garboli detti con sapienza e limpidezza, con un ritmo e una musicalità perfettamente concertati dalla regia della Conti, anche in scena nel ruolo della serva Martina, capace di togliere le castagne dal fuoco al posto del codardo padrone, un po’ come di lì a poco farà la Tonina del Malato immaginario. A emergere con decisione sono, quindi, tutti i segni del teatro di Molière: acuto analista di mali individuali ma anche irriducibile fustigatore di snobismi e mode sociali.