dal: 09-01-2018 al: 04-02-2018
Terminato
Via Mac Mahon, 16, 20155 Milano
Tel: 02 3453 2140
Orari:

Martedì/venerdì h. 20.45.
Sabato h. 19.30.
Domenica h. 16.

Prezzi: 9 < 18 €

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SCHEDA SPETTACOLO: L’ANGELO DELL’INFORMAZIONE

Stagione 2017-2018
Di di Alberto Moravia
Regia di Lorenzo Loris
Cast Antonio Gargiulo, Daniele Gaggianesi e Silvia Valsesia
Recensione di: Diego Vincenti Voto 0

 

Forse c’è un motivo per cui Moravia è sparito dalle stagioni teatrali. Che se Gli indifferenti verrebbe da rileggerlo anche stasera, le drammaturgie appaiono invece spesso fragiline. Più solido l’apporto tematico. Almeno ne L’angelo dell’informazione, quasi preveggente nel ragionare di verità e comunicazione di massa. “Avere troppe informazioni è come non averne”, viene più o meno detto sul palco, concetto non da poco in tempi di bulimia comunicativa e fake news. A sviluppare l’intuizione, il più classico dei ménage à trois: lui, lei e l’altro. Scene da un matrimonio allargato. Nella Roma Anni Ottanta. Si scardina l’istituzione borghese.

Attraverso la madre di tutte le fidanzate pazze: Cetta. Che un giorno decide di confessare al fidanzato giornalista la sua relazione con un pilota d’aerei. Ma non solo. Da quel momento è un lungo racconto di dettagli sessuali. Perché la verità fa male. Ma va detta tutta. Povero moroso. Che nel frattempo deve pure informare i suoi lettori di un aereo precipitato in Giappone. Conscio della debolezza dell’intreccio, Loris si focalizza sugli argomenti. I contenuti. Che emergono chirurgici e ossessivi grazie soprattutto ad Antonio Gargiulo e Silvia Valsesia (a cui si aggiunge Daniele Gaggianesi), precisi ed esasperati nel portare avanti un testo verbosissimo, meno divertito e sexy di quello che vorrebbe essere. Che non c’è nulla di più noioso del sesso chiacchierato e non vissuto, nonostante l’oggettiva dedizione della Valsesia. Andrebbe quasi riscritto. O almeno aggiornato, salvaguardandone il cuore.

Che poi è il valore ultimo dell’operazione di Loris, qui di nuovo a confrontarsi in maniera non banale con il Novecento italiano. Allestimento simbolico. Di letti mobili e instabili. Come l’equilibrio di una qualsiasi coppia borghese. Mentre nell’aria si respira qualcosa di superficiale e frizzantino. Profondamente Eighties.