dal: 08-01-2019 al: 20-01-2018
Terminato
Via Rivoli, 6, Milano
Tel: 848 800 304
Orari:

Salvo diversa indicazione, gli orari degli spettacoli al Piccolo sono: martedì, giovedì e sabato, 19.30; mercoledì e venerdì 20.30; domenica 16.

Prezzi: 12 < 32 €

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SCHEDA SPETTACOLO: LA SIGNORINA ELSE

Stagione 2018 -2019
Di Arthur Schnitzler, drammaturgia Sandro Lombardi - Fabrizio Sinisi e Federico Tiezzi e traduzione Sandro Lombardi
Regia di Federico Tiezzi
Cast clarinetti: Dusan Mamula, Francesca Della Monica, Giovanni Scandella, Giusi Merli, Lucrezia Guidone e Martino D’Amico, percussioni: Omar Cecchi, pianoforte e violoncello: Dagmar Bathmann, Sandro Lombardi e voci: Gianna Deidda
Una produzione Associazione Teatrale Pistoiese Centro di Produzione Teatrale con il sostegno di Regione Toscana e Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo e Compagnia Lombardi Tiezzi
Recensione di: Francesco Tei Voto 0

Il Teatrino Anatomico dell’antico Spedale del Ceppo ha ospitato la dissezione – in forma teatrale – di un’anima nella versione scenica diretta da Federico Tiezzi del racconto-monologo interiore di Arthur Schnitzler La Signorina Else – inevitabilmente scarnificato e semplificato.

Uno spettacolo-evento che è stato realizzato per il festival teatrale di Pistoia Capitale Italiana della Cultura 2017 e che oggi arriva al Piccolo Teatro di Milano, uno spettacolo che molto deve all’ambientazione (più suggestiva e “storica” che macabra e inquietante) in uno spazio affascinante, abitato anche dalle ricorrenti evocazioni sonore del trio di musicisti. Una riduzione teatrale di Signorina Else non può che preannunciarsi come una prova d’attrice di altissimo livello e di difficoltà estrema. Lucrezia Guidone si mostra all’altezza, confermandosi interprete dotata, dagli innegabili mezzi espressivi e tecnici. La sua Else appare diversa da quella disegnata da Arthur Schnitzler, più aggressiva, più appassionata e drammatica, più scopertamente tragica. Una Else, forse, più mediterranea e senza tempo, lontana anche dalla collocazione storica e ambientale del testo originale.

Come suggerisce anche il costume, che in uno spettacolo in cui il pubblico è a stretto contatto con l’attrice, diventa essenziale, diventa quasi il suo corpo. Ci manca, in ogni caso, la fragilità mentale venata di leggerezza, di svagata e svanita nevroticità della Else originaria. Uno spettacolo di classe, di raffinata confezione, come sempre sono quelli di Tiezzi, segnato dalle sue bizzarre e caratteristiche presenze animali (simboliche e non).

Un peso determinante – anche più di come ci sarebbe da attendersi – lo ha il von Dorsday di Martino D’Amico, controllatissimo e impeccabile nel gestire sapientemente toni e i volti diversi del personaggio, dalla premurosa e rispettosissima affabilità – segnata però di ambiguità sottile – alla confessione, quasi dolorosa, del suo desiderio vizioso di vedere, solo vedere, Else nuda. Else che, così, esaudirebbe la richiesta dei genitori di farsi dare da lui la somma necessaria a pagare i debiti
del dissennato padre.