dal: 12-01-2017 al: 22-01-2017
Terminato
Corso di Porta Romana, 63, 20122 Milano
Tel: 02 5518 1377
Orari:

Lunedì: riposo
Mercoledì, giovedì, sabato: ore 20.30
martedì e venerdì: ore 19:30
Domenica: ore 16.00

Prezzi: 13,50 < 34 €

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SCHEDA SPETTACOLO: LA LOCANDIERA

Stagione 2016-2017
Di Carlo Goldoni
Regia di Andrea Chiodi
Cast Caterina Carpio, Emiliano Masala, Francesca Porrini, Mariangela Granelli e Tindaro Granata
Una produzione Proxima Res
Recensione di: Nicola Arrigoni Voto 3

Immaginiamo che… dei bimbi si ritrovino a giocare nella cabina armadio di mamma e papà. Che siano bambini un po’ capricciosi, e che il gioco di cambiar abito sia un modo per apparire ciò che non si è, oppure mostrare, con la scusa della finzione, ciò che si è davvero. Mettiamo che La locandiera di Carlo Goldoni, nella versione di Andrea Chiodi, sia un gioco, il gioco del teatro con costumi appesi ad appendiabiti, parrucche che permettono ai singoli attori di vestire i panni dei personaggi e poi annullarsi una volta tolti i copricapo, come poupettes abbandonate sulla lunga tavola bianca. È  questa l’immagine che regala la Locandiera minimalista di Proxima Res. Intorno a quella tavola si gioca a fare il teatro; quella tavola richiama la lettura a tavolino di un testo che è l’inizio generante di ogni spettacolo. Non è un caso che gli atti della commedia siano intervallati dalla lettura di brani dei Mèmoires di Goldoni, vere e proprie indicazioni di regia ante litteram. Ecco allora che gli attori/personaggi nei loro costumi color panna sono chiamati a giocare la storia di Mirandolina, un gioco regolato da capricci e puntigli. Stizzito e un po’ cocotte è il Marchese di Forlipopoli interpretato da Tindaro Granata, tanto pretenzioso quanto avaro, sicuro di sé è il conte d’Albafiorita (Caterina Carpio), che nel denaro trova la formula del proprio stare al mondo. Emiliano Masala è il misogino Cavalier di Ripafratta, destinato a capitolare, ma a suo modo pure lui “capriccioso” nel perseguire il suo autarchico bastare a se stesso. La Mirandolina di Mariangela Granelli appare inizialmente tutta d’un pezzo, inflessibile e determinata nel suo proposito: far innamorare colui che si dichiara “disprezzator delle donne”. Così, cantando le arie del Don Giovanni e atteggiandosi di conseguenza, Mirandolina rischierà di rimanere scornata a tal punto che alla fine, dichiarata l’intenzione di sposare il servo Fabrizio (Francesca Porrini), sarà lui a lasciar intendere che la cosa non è poi da dar così per scontata … Ennesimo capriccio, questa volta del regista.