dal: 15-11-2018 al: 25-11-2018
Terminato
Via Ampère, 1, 20131 Milano
Tel: 02 2668 1166
Orari:

martedì – sabato: 20:45
domenica: 16:00
lunedì: riposo

Prezzi: 11 < 22 €

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SCHEDA SPETTACOLO: FARE UN’ANIMA

Stagione 2018 -2019
Di Giacomo Poretti
Regia di Andrea Chiodi
Cast Giacomo Poretti
Una produzione Agidi
Recensione di: Albarosa Camaldo Voto 3

Una prova d’attore solista per Giacomo Poretti, senza i suoi abituali compagni di lavoro, Aldo e Giovanni, per indagare un tema che da tempo gli sta a cuore: il rapporto tra anima e corpo.
Dallo spunto, personale, della nascita di suo figlio Emanuele, scaturisce Fare un’anima, una riflessione su come far crescere l’anima del suo bambino, una volta datagli la vita. Quando infatti un sacerdote, don Bruno, entra nella stanza di sua moglie puerpera e dice loro «avete fatto il corpo del bambino, ma ora dovete fare l’anima», nei pensieri dei due genitori si apre uno squarcio di paure e di dubbi, tra cui le domande senza risposta: «come si può costruire l’anima?» , «a che età si sviluppa?», «non sarà troppo tardi aspettare l’asilo per occuparsene?».
Lo spettacolo, senza avere l’ambizione di assumere posizioni radicali o con pretese teologiche, si svolge tra episodi autobiografici, come gli anni trascorsi in colonia da bambino, e battute sull’uso delle nuove tecnologie che regolano la vita, e l’umorismo sui genitori che cercano solo di far primeggiare i propri figli.
L’attore, guidato dalla regia di Andrea Chiodi, infila con naturalezza riflessioni spirituali nella descrizione del suo quotidiano. Un un’unica scena simboleggia la sala d’attesa dell’ospedale in cui il padre ha visto per la prima volta suo figlio, Poretti spazia dalla pura comicità dal dialogo serrato a momenti in cui si mostra invece titubante, dubbioso, perduto. Vuole infatti capire come si possano vedere e analizzare sentimenti come l’amore, la devozione dal momento che non c’è nessun apparecchio medico capace di misurarli. Un monologo vario, divertente, ma che mostra come la comicità possa mettersi al servizio di tematiche alte, ponendosi quelle grandi domande sull’esistenza, per le quali si arrovellavano già i filosofi greci, mentre basterebbe soffermarsi su quella piantina, posta in fondo al palcoscenico, illuminata da una luce, così da farla crescere e prendersene cura, proprio come se fosse l’anima.