dal: 14-02-2017 al: 19-02-2017
Terminato
Via Filodrammatici, 1, 20121 Milano
Tel: 02 3672 7550
Orari:

lunedì/ CHIUSURA
martedì/ 21.00
mercoledì/ 19.30
giovedì/ 21.00
venerdì/ 19.30
sabato/ 21.00
domenica/ 16.00

 

Prezzi: 8 < 20 €

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SCHEDA SPETTACOLO: LA DONNA CHE LEGGE

Stagione 2016-2017
Di Renato Gabrielli
Regia di Lorenzo Loris
Cast Alessia Giangiuliani, Cinzia Spanò e Massimiliano Speziani
Una produzione Teatro Out Off
Recensione di: Sara Chiappori Voto 3.5

Un avvocato in pensione e poeta fallito si invaghisce di una ragazza vista sulla spiaggia immersa nella lettura di voluminoso volume. Tramite una ex collega e un tempo anche sua amante, offre alla fanciulla un mucchio di soldi perché si faccia guardare mentre legge, in luoghi e orari precisi. Lei accetta, ma le condizioni e la posta in gioco diventano sempre più estreme. Ci sono parecchie cose nel nuovo testo di Renato Gabrielli, La donna che legge, messo in scena all’Out Off da Lorenzo Loris con un bel terzetto di interpreti in grado di reggere un gioco teatrale multiplo: Massimiliano Speziani, beffardo e irrequieto, con impennate di intensità e affondi sottili, Cinzia Spanò, la donna avvocato ancora innamorata, e Alessia Giangiuliani, la musà in pedalò che non legge l’Ulisse di Joyce ma un giallo svedese (brave entrambe).
Da un lato c’è la sofisticata ricerca drammaturgica di Gabrielli, che si nutre di Beckett spingendosi fino all’area tedesca e mitteleuropea, da Müller e Gombrowitz. Qui, forte di una scrittura sempre più pulita e affilata, costruisce un testo prismatico e complesso, con personaggi che sono anche voci narranti intrecciando piani e punti di vista, dialoghi e monologhi in una irrequieta geometria di sguardi che si allarga al pubblico, coinvolgendolo nell’ammissione del nostro disperato bisogno dell’altro. Una struttura che porta in sé qualcosa di minaccioso, come è minacciosa la condizione dei protagonisti di questo triangolo d’amore e morte che parte da Joyce e dal suo Mr Bloom mentre spia Gerty MacDowell sulla spiaggia per dirci parecchio anche sullo sguardo predatorio e voyeuristico del maschio (tra esplicite le fonti di ispirazione di Gabrielli c’è il brillante pamphlet di Francesca Serra, Le brave ragazze non leggono romanzi edito da Bollati Boringhieri).
Materia teatrale precisa e sottile, che Loris ha maneggiato con cura dislocandola su una scena scarna, un lungo tavolo, qualche sedia azzurro pallido (come quel mare di riviera che non profuma, al massimo non puzza), una parete scura e riflettente che raddoppia e sfuma la visione. Lo spazio giusto per uno spettacolo che vive della relazione tra i tre protagonisti, fatalmente dipendenti l’uno dall’altro ma destinati a non afferrarsi mai davvero. Figure paradossalmente chiare dentro una storia scura di inquietudine e fallimenti (personali e collettivi), di conflitti (generazionali e sessuali) e di perdite. Con la morte a fare da ultima tentazione sancendo la nostra cronica inadeguatezza alla vita.