dal: 07-02-2018 al: 18-02-2018
Terminato
Corso di Porta Romana, 63, 20122 Milano
Tel: 02 5518 1377
Orari:

Lunedì: riposo
Mercoledì, giovedì, sabato: ore 20.30
martedì e venerdì: ore 19:30
Domenica: ore 16.00

Prezzi: 13,50 < 34 €

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SCHEDA SPETTACOLO: LA BISBETICA DOMATA

Stagione 2017-2018
Di Adattamento e traduzione Angela Dematté e tratto dall'omonima opera di William Shakespeare
Regia di Andrea Chiodi
Cast Angelo Di Genio, Christian La Rosa, Igor Horvat, Max Zampetti, Rocco Schira, Tindaro Granata, Ugo Fiore e Walter Rizzuto
Una produzione LuganoInScena | Centro d’Arte Contemporanea - Teatro Carcano
Recensione di: Fausto Malcovati Voto 0

Una bisbetica impetuosa. Tradotta e ampiamente ridotta (ma chi mai oggi fa gli integrali shakespeariani? Il pubblico del XXI secolo è troppo impaziente, deve prendere l’ultimo metro e cenare prima dello spettacolo) da Angela Dematté, la commedia ha un cast tutto maschile, altra cosa ormai abituale. Regia di Andrea Chiodi: asciutta, veloce, dinamica.

Scena essenziale: un fondale e due praticabili con scale su cui si arrampicano gli attori. Ma gli attori, appunto sono il punto di forza dello spettacolo: tutti giovani, scatenati, dinamici, qualcuno ogni tanto sopra le righe, ma nel complesso bravissimi, a cominciare dalla bisbetica, un formidabile Tindaro Granata, qui al suo meglio. E’ insieme sfrontato e tenero, divertente e acido, irruente e timido, fa di Caterina un personaggio a tutto tondo, credibilissimo nella sua gestualità scomposta, nella sua voce aggressiva, nelle sue impazienze, nei suoi salti di umore, nelle sue pose sguaiate: intorno a lui gira tutto lo spettacolo. Accanto a lui Angelo di Genio è un Petruccio  estroverso, allegro, prepotente, focoso, appassionato, divertente. Tra i due, Caterina la bisbetica e Petruccio il domatore c’è una magnifica sintonia, uno spassoso cercarsi e respingersi. Ugo Fiore è Bianca, Christian La Rosa è Tranio, Igor Horvat alterna allegramente più personaggi, Una serata elettrizzante., qua e là fin troppo adrenalinica. La battuta finale, affidata a Caterina, è spassosamente inattuale: “Tuo marito è il tuo signore, la tua vita, il tuo custode, il tuo capo, il tuo sovrano…”: detta da Tindaro con beffarda ironia, con quel suo sorriso malandrino, strappa al pubblico una risata conclusiva.