dal: 26-10-2019 al: 24-11-2019
Terminato
Corso Buenos Aires, 33, 20124 Milano
Tel: 02 0066 0606
Orari:

Sala Shakespeare: MAR-SAB: 20:30 / DOM: 16:30
Sala Fassbinder*: MAR-SAB: 21:00 / DOM: 16:00
Sala Bausch: MAR-SAB: 19:30 / DOM: 15:30

*Sala soggetta a cambio d’orari.

 

 

Prezzi: 13,50 < 33 €

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SCHEDA SPETTACOLO: Angels in America. Si avvicina il millennio | Angels in America. Perestroika

Stagione 2019 -2020
Di Tony Kushner
Regia di Elio De Capitani e Ferdinando Bruni
Cast Alessandro Lussiana, Angelo Di Genio, Cristina Crippa, Elio De Capitani, Giacomo Ferraù, Giulia Viana, Giusto Cucchiarini, Ida Marinelli, Sara Borsarelli e Umberto Petranca
Una produzione Napoli Teatro Festival 2019 e Teatro Dell’Elfo
Recensione di: Fausto Malcovati Voto 4

 

Trionfale ritorno all’Elfo Puccini di Angels in America, cavallo di battaglia della compagnia guidata da Elio De Capitani e Ferdinando Bruni. Spettacolo in due serate (qualche volta in una sola maratona), rinnovato nella veste scenografica (fantastici i video di Francesco Frongia: è un genio!) e in alcuni degli interpreti, i più giovani. Per esempio Giulia Viana: vale da sola la maratona di undici ore. Tra le new entry è la più sicura, la più originale. La sua Harper è perfetta: moglie frustrata, inquieta, disperata, svagata nei sogni, a tratti aggressiva, alla fine concreta, asciutta, determinata. Non sbaglia un tono, costruisce un personaggio a tutto tondo, ha un talento magnifico. Non che gli altri non siano da meno, anche se prediligono toni concitati, talora si preferirebbe qualche chiaroscuro, qualche ombra, un po’ più di interiorità: Angelo Di Genio è un Prior forte, ben costruito, toccante sia nella malattia, nel destino di morte sia nella riconquistata voglia di vivere, duro negli scontri con l’anaffettivo amante Louis che scompare all’insorgere dell’AIDS, appassionato nei mistici incontri con l’Angelo. Alessandro Lussiana è uno spassoso Belize, ha tempi comici perfetti, fa del suo personaggio una macchietta di grande effetto. Giusto Cucchiarini è Joe: spontaneo, ingenuo, trascinato nel gorgo di un’omosessualità prima respinta poi dolorosamente accettata, rende il suo personaggio credibile, inquieto, con un tormento autentico. Ma sia Joe sia Louis sono personaggi, sentiti oggi, convenzionale, datati. Le tirate politiche di Louis avevano abbastanza senso nell’era reaganiana, oggi, con Trump alla ribalta, sono pallide, velleitarie, generiche; Joe, respinto dall’amante per motivi ideologici, è ancora più discutibile. Ma c’è sopra tutti Elio De Capitani: risentire il suo tronfio, roboante Roy Cohn, che felicità. E’ una delle sue grandi interpretazioni. Aggredisce, sbraita, ghigna, in ospedale soffre e si contorce, vive una vita violenta, non vuol cedere alla morte come non ha mai ceduto a niente nella vita. Grandioso. Che dire del testo? Harold Bloom ha inserito Angels in America fra i capolavori del Novecento: non esageriamo. E’ un astuto sceneggiato con momenti azzeccati, un abile montaggio di veloci scene (con qualche grevità, per lo più le scene di sesso, nei letti come nei parchi, tutte abbastanza goffe, compresi gli orgasmi di Prior causati dall’Angelo), i sogni/deliri non sono sempre giustificati (l’Antartide di Harper per esempio), insomma un testo che regge e si segue senza noia, anche perché l’AIDS è parzialmente domato ma niente affatto scomparso, ma non è un capolavoro.