dal: 08-02-2016 al: 14-02-2016
Terminato
Corso Buenos Aires, 33, 20124 Milano
Tel: 02 0066 0606
Orari:

Sala Shakespeare: MAR-SAB: 20:30 / DOM: 16:30
Sala Fassbinder*: MAR-SAB: 21:00 / DOM: 16:00
Sala Bausch: MAR-SAB: 19:30 / DOM: 15:30

*Sala soggetta a cambio d’orari.

 

 

Prezzi: 13,50 < 33 €

Calcola percorso

SCHEDA SPETTACOLO: Il sindaco del rione sanità

Stagione 2015-2016
Di Eduardo De Filippo
Regia di Marco Sciaccaluga
Cast Angela Ciaburri, Dely De Majo, Eros Pagni, Federico Vanni, Francesca De Nicolais, Gennaro Apicella, Gennaro Piccirillo, Gino De Luca, Luca Iervolino, Marco Montecatino, Maria Basile Scarpetta, Massimo Cagnina, Orlando Cinque, Pietro Tammaro e Rosario Giglio
Una produzione Teatro Stabile Di Genova e Teatro Stabile Di Napoli
Recensione di: Laura Santini Voto 3

Tra temi pirandelliani e rimandi a Shakespeare (secondo le parole di Marco Sciaccaluga), Il sindaco del rione Sanità per Eduardo De Filippo era un’opera «simbolica e non realistica », qui messa in scena con 15 interpreti su ruoli non sempre ben delineati (da cui emergono, comunque, per abilità interpretative, il Catiello di Gino De Luca, il povero ignorante e pavido O’Cuozzo di Rosario Giglio, la carogna, Arturo Santaniello, di Massimo Cagnina e la Armida di Maria Basile Scarpetta).

Forza e bellezza del testo ruotano intorno a questo centro: una giustizia “fatta in casa” offerta da Antonio Barracano (Eros Pagni), anziano capo camorra, imborghesito idealista che, autoproclamatosi salvatore degli ignoranti, si ritiene al di sopra delle leggi che amministra a sua discrezione. Dall’alto della sua unica visione del mondo, Barracano chiede a tutti, compreso il fidato professore-chirurgo Fabio della Ragione (Federico Vanni) che rimedia i danni fisici di tanta illegalità, di sottomettersi. La necessità di costruire varie forme intorno alle sonorità del napoletano ma anche, a un livello più profondo, un certo progressivo senso del dubbio, costringono Pagni a un esercizio di attenzione e puntualità costante verso il suo don Antonio che gli evita il ricorso a facili toni. La centralità di questo eroe negativo non è però ben bilanciata dal contro-eroe (il dottore). Ingabbiato da impotenza e frustrazione, finisce per assecondare a tal punto il senso di sconfitta del personaggio, da offrire lo scarto finale in modo frettoloso e non molto convincente, seppur necessario.

In una indiscussa capacità di catturare l’attenzione del pubblico parlando di giustizia e dignità umana, la messa in scena, che si anima su uno spazio molto duttile e cangiante, ma anche abile a neutralizzarsi e scomparire (Guido Fiorato), non spinge abbastanza sugli aspetti complessi della vicenda che avrebbero visto, in un ispessimento di alcuni ruoli e in un riequilibro tra eroe e anti-eroe, la creazione di una parabola capace di far riflettere al di là di distinzioni troppo nette tra bene e male.