Lunedì: riposo
Mercoledì, giovedì, sabato: ore 20.30
martedì e venerdì: ore 19:30
Domenica: ore 16.00
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SCHEDA SPETTACOLO: IL GABBIANO
Questa edizione de Il Gabbiano – capolavoro di Anton Čechov, diretta da Marco Sciaccaluga, si distingue per la cura dei particolari e lo scrupolo filologico che rende omaggio al testo, riscoperto e in nuova traduzione. Regista e traduttore rivalutano la versione originaria, quella del fiasco alla prima del 1896, reintegrando nelle varianti quella dell’Atto Quarto con la presenza di Sorin durante l’incontro fra Konstantin Treplev e Nina.
La scenografia è magnificamente distesa dal teatrino al lago stagliato fra le dune. Per l’interno della villa, lo spazio della sala è ridotto con una barriera di riflettori che rende raccolto l’ambiente familiare. Nelle note vicende di quelle anime tormentate, il protagonismo si distribuisce equamente fra Irina Arkadina, suo fratello Sorin e il suo compagno, Trigorin e i più giovani, Treplev, Nina e Maša. Il regista conta su una Compagnia stabile compatta e affiatata, integrata con alcuni apporti eccellenti. Si dedica alle pieghe più intime dei personaggi, dilatandone le motivazioni emotive e caratteriali. Si sviluppa un racconto attraente e impegnativo, sia per tessitura personalizzata della recitazione, sia per il disegno di rapporti nascosti fra i personaggi. La Irina di Elisabetta Pozzi si impone per la sobrietà dei toni, la profondità e la leggerezza impresse dall’inizio alla sua figura capricciosa, patetica e fragile. In rilievo tutti i ruoli femminili. Alice Arcuri è una Nina commovente per sincero impegno di attrice in nuce. Poi, maturata dall’amore misconosciuto per Trigorin, che l’abbandona, si concentra sulla responsabilità futura, quando sfoggia una prestazione ad alta sensibilità e tensione nell’ultimo incontro col devoto Treplev. Molto efficace Eva Cambiale, una Maša aspra e autopunitiva. Mariangeles Torres è la pavida moglie dell’Ammnistratore (il militaresco Roberto Alinghieri), amante segreta del medico Dorn (Giovanni Franzoni). Konstantin è interpretato dal giovane Francesco Sferrazza Papa, notevole in sfumature e varietà di moventi, deluso dai sentimenti non ricambiati; poeta sfiduciato in sé, fino al suicidio. Trigorin è un Tommaso Ragno elegante e carismatico, seducente malgrado i capelli bianchi. Sorin ha il peso affaticato e malato di Federico Vanni. Andrea Nicolini è il maestro che ama Maša e accetta di sposarla non riamato. Lo stesso è l’autore delle musiche, importanti nel commento di passaggi simbolici o nel creare atmosfera d’angoscia: il motivo ricorrente è una danza o marcia tragi-comica dalle risonanze funebri. Attori e pubblico escono soddisfatti da una prova difficile per entrambi, data la durata (tre ore) e l’impegno di rappresentazione e di partecipazione.