dal: 24-10-2018 al: 04-11-2018
Terminato
Via Pier Lombardo, 14, 20135 Milano
Tel: 02 599951

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SCHEDA SPETTACOLO: FERDINANDO

Stagione 2018 -2019
Di Annibale Ruccello
Regia di Nadia Baldi
Cast Chiara Baffi, Francesco Roccasecca, Fulvio Cauteruccio e Gea Martire
Una produzione Teatro Segreto srl
Recensione di: Giusi Zippo Voto 2

La rilettura di Nadia Baldi di Ferdinando, il testo più compiuto e composito di Annibale Ruccello, punta sulla teatralizzazione delle emozioni umane, diventando un dramma intimo e privato, il dramma di Clotilde e Gesualdina, in cui viene quasi del tutto epurata la stratificazione della commedia.
Donna Clotilde, l’ipocondriaca nobile decaduta “esule” in una villa del Vesuviano e Gesualdina, la cugina serva, sono due donne antitetiche ma complementari, con i ruoli di vittima-carnefice interscambiabili. Vivono costrette sotto lo stesso tetto rintuzzandosi puntualmente.
I dialoghi serrati, i monologhi taglienti, assumono però in questo spettacolo la dimensione di un eterno ciarlare, un litigare ottuso di due donne che si abbandonano a sterili sfoghi dettati esclusivamente dalla frustrazione.
L’inquieta donna Clotilde, che soffoca la passione che l’ha animata in gioventù, tiranneggiando il suo piccolo universo domestico, diventa un personaggio più sbiadito, mollemente smanioso. Il suo isolamento forzato viene svigorito, perde il carattere politico di netto rifiuto di un mondo in mutamento.
Gea Martire, attrice dalla forte espressività, poteva ridisegnare con arguzia una nuova Baronessa di Lucanegro, conferendo al personaggio nuove sfumature. Un’occasione mancata, responsabile una regia che ha inseguito una strada tortuosa, ammantando la commedia di un romanticismo che non possiede e comprimendo l’intreccio narrativo.
La carnalità voluttuosamente esibita da Clotilde viene qui domata. La carnalità repressa di Gesualdina, costretta a elemosinare attenzioni e brevi intrattenimenti amorosi con l’equivoco don Catellino, il parroco del paese, regge meglio il confronto nell’interpretazione di Chiara Baffi che offre una prova d’attrice ricca di sfumature, più smagliante e ironica. Restano fini a se stesse alcune soluzioni adottate dalla regista, come i seggioloni su ruote, usati dai personaggi all’occorrenza come sedie-trespoli, letti, tavolini, il calabrese di Fulvio Cauteruccio, che interpreta il ruolo di Don Catellino, la tuba e gli stivali da domatore con i quali Ferdinando, Francesco Roccasecca, appare in scena, con il conseguente oblio sui rimandi che il personaggio evoca.