dal: 05-03-2015 al: 08-03-2015
Terminato
Via Filodrammatici, 1, 20121 Milano
Tel: 02 3672 7550
Orari:

lunedì/ CHIUSURA
martedì/ 21.00
mercoledì/ 19.30
giovedì/ 21.00
venerdì/ 19.30
sabato/ 21.00
domenica/ 16.00

 

Prezzi: 8 < 20 €

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SCHEDA SPETTACOLO: Ce Ne Andiamo Per Non Darvi Altre Preoccupazioni

Stagione 2014-2015
Di Antonio Tagliarini, Daria Deflorian e Petros Markaris
Cast Antonio Tagliarini, Daria Deflorian, Monica Piseddu e Valentino Villa
Una produzione Festival Castel dei Mondi, Planet3 & dreamachine e Teatro di Roma / Romaeuropa Festival 2013/ 369 gradi
Recensione di: Gherardo Vitali Rosati Voto 3

«Chi verrà al mio funerale?». Resta senza risposta la domanda che lanciano Daria Deflorian e Antonio Tagliarini nel loro Ce ne andiamo per non darvi altre preoccupazioni. Ma insieme alle altre che accompagnano lo spettacolo – «Chi mi sistemerà le mani quando sarò morto?» – risulta un potente grido di denuncia verso i dolori che nascono dalla crisi economica. A partire dalla storia di quattro pensionate greche che scelgono il suicidio per non sentirsi di peso per la società: un fatto vicino alle nostre cronache, che arriva però da un romanzo di Petros Markaris.

Nello spettacolo quest’immagine si fonde senza soluzione di continuità con le problematiche – vere o immaginarie – dei quattro attori. Se le anziane greche hanno saputo dire il loro “No”, anche gli artisti ci provano: entrando in scena e dicendo di non voler fare lo spettacolo. Incipit d’effetto quanto abusato che qui però è motivato ed efficace, anche grazie alla straordinaria bravura di Daria Deflorian (premio Ubu 2012) e degli altri tre interpreti (gli ottimi Antonio Tagliarini, Monica Piseddu e Valentino Villa). Ognuno racconterà le proprie storie, fra il lavoro che non c’è e la difficoltà di pagare il condominio, e ci sarà poi un improvviso litigio in scena che diverrà un’immagine chiara della crisi.

Anche Deflorian/Tagliarini, come molti gruppi della ricerca nostrana o internazionale (penso ai Sotterraneo, alla compagnia Dionisi o ai newyorkesi Radiohole), indagano il confine fra finzione e realtà, con un andamento a spirale del testo, che riporta sempre in scena le quattro pensionate facendo però ampie e colorite deviazioni in una realtà in cui ciascuno, facilmente, può riconoscersi.