dal: 27-01-2015 al: 01-02-2015
Terminato
Via Rivoli, 6, Milano
Tel: 848 800 304
Orari:

Salvo diversa indicazione, gli orari degli spettacoli al Piccolo sono: martedì, giovedì e sabato, 19.30; mercoledì e venerdì 20.30; domenica 16.

Prezzi: 12 < 32 €

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SCHEDA SPETTACOLO: Avanim (Pietre)

Stagione 2014-2015
Di Yinon Tzafrir
Regia di Daniel Zafrani e Yinon Tzafrir
Cast Avi Gibson Bar-El, Hila Spector, Michael Marks, Mott Sabag, Nimrod Ronen e Yinon Tzafrir
Una produzione Orto-Da Theatre Group
Recensione di: Francesca Serrazanetti Voto 3.5

“Orto” fa riferimento al legame ortodosso con la tradizione, “Da” alla ricerca artistica di nuovi linguaggi, come nel movimento Dada. Ma in ebraico “Or” vuol dire luce e “Toda” grazie. Il lavoro della compagnia israeliana Orto-Da, nata nel 1996 da sei mimi attori, si gioca tutto sull’equilibrio tra questi termini e sull’armonia generata dal contrasto tra poetiche e simbologie apparentemente opposte. Avanim (Pietre) ricrea in scena, con i corpi vivi dei performer, la statua realizzata nel 1946 da Nathan Rapoport per onorare la memoria degli ebrei del ghetto di Varsavia: Rapoport utilizzò lo stesso granito individuato ed estratto in Svezia anni prima dal corpo speciale di Hitler per la costruzione di un monumento celebrativo del Terzo Reich. La pesantezza di queste pietre cariche di significato scompare progressivamente per i sessanta minuti in cui i corpi statuari degli ebrei del ghetto si animano riportando in vita i ricordi e i simboli di una coscienza nazionale.

Nell’accostamento di memoria storica e trasposizione onirica i simboli più drammatici dell’Olocausto vengono trasfigurati fino a divenire positivi segnali di speranza.

I movimenti precisi dei corpi degli attori – attingendo ai linguaggi del mimo, come della clownerie o della danza – giocano con i pochissimi elementi scenici per trasformare il filo spinato dei campi di concentramento in uno strumento musicale a corde, un nastro giallo in casa, svastica e aquilone, le luci notturne in stelle di David appiccicate sul petto. Con l’immaginazione di Orto-Da, Hitler è un pupazzo buffo che cambia forma e profilo, e l’aquila nazista può diventare in men che non si dica colomba di pace.

Non mancano riferimenti a facce della Storia che possono farsi universali e del tutto attuali, dai colpi di fucile alla barca in mezzo al mare carica di esuli. Il potere visivo e la ricerca linguistica di un teatro fisico capace di mettere insieme termini opposti fanno di Avanim un condensato di figure evocative, che sfruttano la forza dell’immaginario lasciando al pubblico la libertà di comporre un proprio percorso narrativo. Il tacito accordo con lo spettatore è di rinunciare a trovare una struttura drammaturgica forte e immediatamente comprensibile, ma di abbandonarsi all’accostamento di frammenti.