dal: 08-11-2016 al: 20-11-2016
Terminato
via Pietro Boifava, 17, 20142 Milano
Tel: 02 84892195
Orari:

Prezzi: -- €

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SCHEDA SPETTACOLO: TRENTADUE SECONDI E SEDICI

Stagione 2016-2017
Di Michele Santeramo
Regia di Serena Sinigaglia
Cast Chiara Stoppa, Tindaro Granata e Valentina Picello
Una produzione ATIR Teatro Ringhiera
Recensione di: Nicola Viesti Voto 2.5

Samia Yusuf Omar ha 17 anni e vive di un sogno: gareggiare ai giochi olimpici. Ma per un’atleta somala – che somma insieme due difficoltà, quella di essere donna e quella di dover fare da sé – i sogni non hanno speranza. O meglio non avrebbero speranza poiché lei ha un carattere d’acciaio ed eccola quindi, nel 2008 ai giochi di Pechino, correre per i 200 metri. Naturalmente non può che arrivare ultima, fin dalla prima batteria di atlete, con un grande distacco dalle altre (32 secondi e 16 è il suo tempo sulla gara, un tempo infinito per un’atleta che voglia veramente competere ai massimi livelli). Eppure il pubblico le tributa una standing ovation. È il segno che si può essere fiduciosi, che è possibile guardare alle Olimpiadi del 2012 a Londra coltivando l’ambizione di vincere.

Ma ci sono vicende più grandi e più difficili da affrontare e non basta uno strenuo impegno personale. Al momento di partire la Somalia è nel caos, Londra è lontana e di mezzo c’è il mare. Bisogna rischiare contando al solito sulle proprie forze e sulla fortuna, ma Samia in Europa non arriverà, sarà tra quelli che non ce la fanno, che il mare restituisce ormai privi di sogni.

La vicenda di Samia Yusuf Omar mette in gioco vari sentimenti e può essere guardata da molteplici punti di vista. Teatralmente avrebbe potuto prestarsi per una grande, dolorosa e sfaccettata parabola dei nostri convulsi tempi. Insomma poteva raccontarsi in mille modi: non con quelli usati da Michele Santeramo, peraltro autore provvisto di sensibilità e spessore, che imbastisce una specie di drammaturgia schizofrenica con una prima parte narrativa e una seconda che vorrebbe essere metaforica ma risulta solo estranea. Da parte sua una regista di rango come Serena Sinigaglia sembra riportare in auge i peggiori stilemi di un teatro ragazzi d’antan risultando a volte anche irritante. A farne maggiormente le spese, specie nella seconda parte, gli irriconoscibili interpreti, tra improbabili amplessi e scorpacciate di carne umana.