dal: 19-10-2017 al: 22-10-2017
Terminato
Via Privata della Braida, 6, 20122 Milano
Tel: 02 546 2155
Orari:

Giovedì, venerdì, sabato, domenica h 20,45.
Serate Doppio Spettacolo: Inizio spettacoli ore 20,30

Prezzi: 12 < 15 €

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SCHEDA SPETTACOLO: RE/PRODUCTION

Stagione 2017-2018
Di da un soggetto di Patrizia Moschella e drammaturgia di Francesca Marianna Consonni e Giuseppe Isgrò
Regia di Giuseppe Isgrò
Cast Chiara Verzola, Davide Gorla, Diego Giannettoni, Francesca Frigoli e Matteo Giacotto
Una produzione Phoebe Zeitgeist
Recensione di: Diego Vincenti Voto 0

Note di presentazione

Saranno anche difficili i Phoebe Zeitgeist. Spigolosi. Eppure quando vanno in scena le platee sono sempre piene. Qualcosa vorrà pur dire, no? Non sarebbe male vedere anche più critica e operatori in quelle stesse platee, per un gruppo che sarebbe ora fosse supportato da solide realtà produttive. Chissà. Intanto dopo il Baal in orbita Franco Parenti (ottimo), arriva ReProduction, lavoro della maturità. Della svolta. Testo bellissimo, il primo interamente firmato da Francesca Marianna Consonni e Giuseppe Isgrò, è una commedia acida, grottesca, meno crudele del solito. Si ride. Ma dietro le risate si aprono baratri esistenziali. E non si salva nessuno. Una commedia camp. Ultrapop nelle musiche e nell’allestimento. Con protagonista Fratta, artista ossessionata dal desiderio di un glio che sublima col cicciobello. Il compagno è irresponsabile per vocazione, l’amica Artyparty (Chiara Verzola, splendida) ha invece sposato la carriera. Paure, ansie, deliri. La mediocrità è uno spauracchio: bisogna vincere il tempo, che sia con un figlio, una performance, una dipendenza. Generazionale. Dietro l’orizzonte di senso, un lavoro adulto, corale, guidato da Isgrò con mano ferma, attenta ai dettagli. Si respira un’idea di teatro febbricitante e vivo, orgoglioso della propria diversità, umile nel confrontarsi con certa ricerca del secondo Novecento. E non ne esce con le ossa rotte. Anzi. Al pubblico si arriva con una sorta di poetica dell’assedio che non lascia tregua. Qui appena addolcita dalle scelte musicali. Dalle risate. Da un citazionismo raffinato e divertito, che ha le atmosfere del primo Almodóvar ma che, nel finale, pare quasi una versione malsana e anfetaminica di Tutto su mia madre. Perché Phoebe si sarà pure svegliata un pizzico più pop. Ma il volume rimane alto. Come quando ascolti le canzoni più belle. E se disturba, pazienza.