Sala Shakespeare: MAR-SAB: 20:30 / DOM: 16:30
Sala Fassbinder*: MAR-SAB: 21:00 / DOM: 16:00
Sala Bausch: MAR-SAB: 19:30 / DOM: 15:30
*Sala soggetta a cambio d’orari.
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SCHEDA SPETTACOLO: MR PÙNTILA E IL SUO SERVO MATTI
«L’unico comunismo possibile è quello dei fratelli Marx» diceva Moni Ovadia nella Ballata di fine millennio. E, si potrebbe aggiungere che il capitalismo non se la passa molto meglio, bonario da sbronzo e cattivo da sobrio, come il milionario di Luci della città di Charlie Chaplin. Cominciano a sdoganarlo così all’Elfo, il caro e vecchio Brecht, morto sessant’anni fa e ora in odore di celebrazioni, che potrebbero stare allo spettatore come La corazzata Potëmkin stava a Fantozzi.
Tra le produzioni ad hoc di una certa entità in circolazione o prossime venture (penso alla Vita di Galileo di Lavia e all’Opera da tre soldi secondo Michieletto), la scelta meno scontata è senz’altro questo Mr Puntila e il suo servo Matti, una delle commedie brechtiane in Italia meno rappresentate (si ricordano Tino Buazzelli e Corrado Pani nel 1970, Glauco Mauri e Roberto Sturno nel 1981 e Pino Micol con Giuseppe Cederna nel 1998), che Ferdinando Bruni e Francesco Frongia dirigono a quattro mani, sottolineadone con intelligenza attualità e potenziale comico, senza farsi fregare da ideologismi trinariciuti e ortodossie punitive di messinscena.
Insomma, incredibile ma vero, ci si diverte senza rinunciare al messaggio “politico”. Che poi, nascosto (ma neanche tanto) dietro quel piglio da commedia popolare – ben sostenuto dalla godibilità delle musiche originali di Paul Dessau arrangiate da Matteo de Mojana – è una pungente allegoria del capitalismo, incarnato da Mr Puntila, Dottor Jeckyll e Mister Hyde del dio denaro in virtù dell’alcol, a cui un formidabile Bruni, panciuto con panciotto, timbro ruvido e movenze goffe, dà le sembianze ambigue di certi signori ricchi e volgari di tanti film americani anni ’40.
A tenergli testa è solo il suo chauffeur Matti (Luciano Scarpa, ottimo Sganarello/Sancho Panza con coscienza politica), abbastanza scaltro e lucido da capire – morale della favola – che alla fin fine è meglio mollare “entrambi”. E, perché no, anche quella corte di nani e ballerine, di cui Puntila si circonda, patetico circo di opportunismi, ipocrisie e corruzione. A comporlo un cast “elfico doc” assai complice, divertito e divertente, con menzione speciale per Ida Marinelli, Umberto Petranca ed Elena Russo Arman.