dal: 14-03-2017 al: 19-03-2017
Terminato
Corso di Porta Romana, 63, 20122 Milano
Tel: 02 5518 1377
Orari:

Lunedì: riposo
Mercoledì, giovedì, sabato: ore 20.30
martedì e venerdì: ore 19:30
Domenica: ore 16.00

Prezzi: 13,50 < 34 €

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SCHEDA SPETTACOLO: MATTI DA SLEGARE

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Stagione 2016-2017
Di Axel Hellstenius
Regia di Gioele Dix
Cast Enzo Iacchetti, Giobbe Covatta, Gisella Szaniszló e Irene Serini
Una produzione Centro d’Arte Contemporanea Teatro Carcano e Mismaonda
Recensione di: Albarosa Camaldo Voto 2.5

Matti da slegare è la storia di Giovanni (Giobbe Covatta) ed Elia (Enzo Iacchetti): compagni di stanza, appena dimessi da una struttura psichiatrica protetta, vengono sistemati in un appartamento, con la supervisione dell’assistente sociale Franci (Irene Serini).
Elia, cresciuto senza un padre, viveva in simbiosi con la madre e, una volta morta lei, si trova incapace di badare a se stesso, mentre Giovanni, vittima di una madre alcolista e di un padre violento, è un omone dai modi bruschi, ossessionato dal cibo e dal sesso che non ha mai provato, così, una volta indipendente, incita l’amico a trovare ragazze o spende molti soldi nelle hot line. I due costruiscono abitudini nuove nella casa che abitano per la prima volta da soli, ma imparano anche ad assumersi le proprie responsabilità. Capiscono cosa interessa loro veramente, e cosa li fa sentire bene, come la poesia per Elia e il sentirsi utile agli altri per Giovanni.

Con ironia, ma anche con profonda malinconia, si accorgono che non sono solo loro ad avere problemi di relazione, ma anche la maggior parte delle persone. A Franci danno consigli su come comportarsi con il fidanzato e accolgono con loro Rita, ragazza madre, interpretata da Gisella Szaniszló, creando un nuovo equilibrio familiare.
Tutti affrontano i loro fantasmi, grandi e piccoli, e scoprono come, insieme, sia più facile sconfiggere le piccole e grandi difficoltà della vita quotidiana. Un tema difficile da rendere in teatro come la malattia mentale, diviene facilmente fruibile dagli spettatori, senza pietismi e senza retorica e la coppia Iacchetti-Covatta rivela corde interpretative inaspettate.