dal: 26-11-2019 al: 01-12-2019
Terminato
Via Pier Lombardo, 14, 20135 Milano
Tel: 02 599951

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SCHEDA SPETTACOLO: Vorrei essere figlio di un uomo felice

Stagione 2019 -2020
Di Gioele Dix
Regia di Gioele Dix
Cast Gioele Dix
Una produzione Giovit
Recensione di: Albarosa Camaldo Voto 3

“Lezioni di paternità da Omero a Gioele Dix”
Vorrei essere figlio di un uomo felice in scena al Franco Parenti dal 26 novembre al 1 dicembre

Il professor Gioele Dix sale in cattedra per illustrare gli effetti devastanti, ma anche quelli positivi della paternità. E lo fa a modo suo, anche rispolverando le sue origini da cabarettista, alternando canzoni, come quelle di Giorgio Gaber, al racconto di barzellette e storielle, a brani recitati con intensità e mestiere, a spiegazioni quasi scolastiche di passi dell’Odissea. Infatti, partendo dalla frase di Telemaco, «vorrei essere figlio di un uomo felice», Dix inizia una riflessione sulla paternità, prima raccontando episodi personali riferiti a un padre severo e assente, poi soffermandosi sulla sua esperienza di padre di una ragazza, ma ampliando il racconto anche con la lettura e l’interpretazione di autori contemporanei da lui amati. Con ironia e precisione commenta i passi dell’Odissea legati al personaggio di Telemaco, in attesa del padre Ulisse, fino al loro toccante incontro, elogiando, con stile appunto da professore, le bellezze della lingua greca e ironizzando sul fatto che il pubblico, che non ha frequentato il liceo classico, non sia in grado di apprezzare a fondo. La parte dedicata a Telemaco, che intraprende il suo viaggio alla ricerca del padre, e che solitamente nello studio del poema omerico non viene sempre valorizzata, per Dix diviene il simbolo dei figli che ricercano le proprie origini, vivendo in continuo confronto-scontro con i padri che, assenti o presenti, incombono comunque sulla formazione dei loro eredi.
Un monologo avvincente, eclettico come è il suo interprete, e che diverte come con il racconto del comportamento dei bambini di oggi, tiranni di nonni e genitori “tappetino”, ma che nello stesso tempo fa riflettere sia chi è genitore, sia chi lo sarà e chi è solamente figlio, magari di un uomo felice.