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SCHEDA SPETTACOLO: LOUISE BOURGEOIS
“L’arte è vendetta. Nella vita sono vittima, nell’arte carnefice”. Così dice Louise Bourgeois, scultrice tra le più grandi del ‘900, morta a quasi cent’anni. Ragni enormi, falli spropositati, ghigliottine installate sui tetti delle case. Nelle sue sculture ci sono tutte le sue ossessioni. Donna rigida, estrema, ribelle, rigorosa, appassionata, bisognosa di affetto che nessuno le dà.
Storia famigliare complicata: padre donnaiolo, madre restauratrice di arazzi, anaffettiva, nasce nel 1911 alla vigilia di capodanno e tutti continuano a bere champagne senza occuparsi di lei. Studia in Francia ma presto emigra a New York, lunghissimi anni senza soldi e senza successo, che le arriva dopo i settanta, un tentativo di suicidio, poi di colpo riconoscimenti planetari, premi, mostre. Luca de Bei ha ricostruito la vicenda della Bourgeois cominciando dalla fine: vecchissima, scontrosa, con una maschera da commedia dell’arte che le deforma il viso manda al diavolo il suo intervistatore. Poi scopre di essere ormai morta e si toglie la maschera. Racconta. Racconta di sé, della sua volontà di “vendetta” attraverso l’arte, della sua disperazione, della sua voglia di prendersi una rivincita su tutto e su tutti… Margherita di Rauso è Louise Bourgeois con semplicità, partecipazione, arguzia e intelligenza: fa capire la sua forza e la sua fragilità, i suoi vuoti e i suo bisogni. “Non mi abbandonate” scrive con un pennarello rossosu fogli che distribuisce al pubblico. La sua risposta a questo bisogno sono i suoi ragni mostruosi, i suoi falli giganteschi.