dal: 09-03-2018 al: 11-03-2018
Terminato
Corso Buenos Aires, 33, 20124 Milano
Tel: 02 0066 0606
Orari:

Sala Shakespeare: MAR-SAB: 20:30 / DOM: 16:30
Sala Fassbinder*: MAR-SAB: 21:00 / DOM: 16:00
Sala Bausch: MAR-SAB: 19:30 / DOM: 15:30

*Sala soggetta a cambio d’orari.

 

 

Prezzi: 13,50 < 33 €

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SCHEDA SPETTACOLO: LA SORELLA DI GESÙCRISTO

Stagione 2017-2018
Di Oscar De Summa
Regia di Oscar De Summa
Cast Oscar De Summa
Una produzione Armunia – Castiglioncello con il sostegno de La Casa delle Storie e Corsia Of, Attodue e La Corte Ospitale
Recensione di: Marco Menini Voto 3

Una storia di violenza da un punto di vista tutto al femminile, in un Sud un po’ archetipico e un po’ da cliché, dove emerge tutto il talento istrionico di Oscar De Summa, che gioca la carta di un teatro pop, tutto volto all’esterno, fuori dal ristretto circolo degli addetti ai lavori in un tempo di crisi di pubblico, sempre più evidente.

Quasi una sceneggiatura da film western, di quelle coi duelli dell’implacabile Clint Eastwood. Protagonista una ragazzina, – la gioventù le esplode nel corpo e magnetizza le attenzioni di molti maschi anche grandicelli -, sorella di un bello che interpreta la parte di Gesù nella processione del Venerdì Santo (ecco svelato l’arcano del titolo). La ragazzina prende una Smith&Wesson nove millimetri e attraversa tutto l’abitato per andare a farsi giustizia di una violenza subita.

Intorno si manifestano gli eterogenei personaggi di un paesino, Erchie, luogo mitico e simbolico al centro della Trilogia della provincia di cui questo La sorella di
Gesùcristo
è il capitolo finale, che ci conduce per mano dritti in un Meridione anni Ottanta, simbolo di un’italietta «convinta di un progresso automatico e teso all’infinito».

A fare da colonna sonora pezzi di Nirvana, U2, Depeche Mode e Dire Straits che accompagnano la proiezione di un fumetto illustrativo che si alterna al plot e sottolinea i momenti salienti di questo racconto di vendetta, non sappiamo se consumata oppure no.

In più anche citazioni da L’arte della guerra di Sun Tzu, efficaci nella loro incisività. Il lavoro però non convince del tutto, alternando “momenti” più riusciti ad altri un po’ sovraccarichi. De Summa è bravo. Ne è consapevole e talvolta ci indugia un po’. A tratti rischia di scivolare nel retorico e di semplificare troppo per favorire scorrevolezza e comprensione. Ma il pubblico apprezzerà, e molto, l’accelerata pop dell’affermato talento pugliese.