Lunedì-Sabato: ore 21.00
Domenica: ore 16:00
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SCHEDA SPETTACOLO: LA LOTTA AL TERRORE
In La Lotta al Terrore si narra la vicenda che vede come protagonisti un Vice-sindaco, una segretaria comunale ed un impiegato: tre rappresentanti dello stato alle prese con una situazione d’emergenza, una circostanza di fatale attualità. Un giovane, figlio del fruttivendolo egiziano, ha “attaccato” un supermarket, prendendo vari ostaggi e minacciando una strage. Il sindaco è lontano, in vacanza a sciare, e i tre non sanno come affrontare il tragico frangente: la segretaria si richiama a procedure standard e regolamenti; l’impiegato ribadisce le proprie limitatissime responsabilità mentre il vice-sindaco traccheggia.
I tre incarnano anche altrettanti, contrastanti, modi di confrontarsi con la realtà del terrorismo islamico: i pregiudizi dell’impiegato, rappresentante di quell’italiano “medio” nutrito di scontati ma solidi cliché; il buonismo politicamente corretto del politico; l’adesione totale alla burocrazia che sottrae alla segretaria la responsabilità di scegliere. Il procedere incalzante degli eventi ovviamente condurrà ciascuno dei tre a modificare anche radicalmente il proprio punto di vista, così che il pragmatismo dell’impiegato apparirà più saggio e “avanzato” della tolleranza di prammatica del vice-sindaco. In un ufficio comunale – tavolo rotondo e varie poltroncine, utilizzati anche per costruire improvvisate “barricate”, e un grosso cactus – si consuma l’attesa di una telefonata – c’è un apparecchio bianco in bella evidenza – che possa risolvere in qualche modo la situazione che, come previsto, si conclude in tragedia.
Lucia Franchi e Luca Ricci mantengono il loro spettacolo – generosamente interpretato dall’inedito trio Faloppa-Paolocà-Salvatori – in periglioso equilibrio fra naturalismo e grottesco – il succitato cactus, i momenti di tenera ed estemporanea familiarità fra impiegato e segretaria – consapevoli dell’infiammabilità della materia trattata. Un tema di scottante attualità, appunto, che richiede quella “giusta distanza” impossibile se si adotta un’impostazione naturalistica ma accessibile se si sceglie un approccio grottesco, quale quello che gli autori adottano, anche se, a tratti, un po’ troppo timidamente.