dal: 23-11-2017 al: 26-11-2017
Terminato
Via Privata della Braida, 6, 20122 Milano
Tel: 02 546 2155
Orari:

Giovedì, venerdì, sabato, domenica h 20,45.
Serate Doppio Spettacolo: Inizio spettacoli ore 20,30

Prezzi: 12 < 15 €

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SCHEDA SPETTACOLO: IN CIELO IN TERRA

Stagione 2017-2018
Regia di Silvia Garbuggino e Gaetano Ventriglia
Cast Musiche originali: Gabrio Baldacci e Silvia Garbuggino e Gaetano Ventriglia
Una produzione Garbuggino/Ventriglia - Armunia
Recensione di: Diego Vincenti Voto 0

«Noi due vivi solo per essere fedeli. Alla vita». E poi il buio. A chiudere (ma non per sempre) lo stupore infantile di Don Chisciotte. I suoi occhi più grandi del mondo. Cosa importa allora che siano pecore o cavalieri? Chi ama il teatro ha già fatto la sua scelta. Figurarsi quando Cervantes incontra Paul Éluard. Pura, altissima parola. Che arriva alla pancia, ancor prima che alla testa nel nuovo lavoro di Silvia Garbuggino e Gaetano Ventriglia, da sempre innamorati della letteratura, della poesia, delle sfide. Ma anche di una tradizione popolare che profuma di un ormai lontano Novecento. Avvicinarli è molto più semplice di quel che può sembrare. Basta farsi cullare dallo (splendido) monologo iniziale di Ronzinante. Post-moderno. O lasciarsi accompagnare per mano dal Cavaliere della Triste Figura, dalla sua meraviglia lunare. È il bambino che guarda il profilo delle montagne e ci vede un drago addormentato. Con la Garbuggino che questa volta perfino balla, oltre a scuotere con quella sua voce vetrata, gli occhi febbricitanti. La drammaturgia assembla il Don Chisciotte con poesie del francese e stralci originali. Un mosaico. Per raccontare di tre spiriti all’avventura (o alla deriva) che ragionano sull’amore, sulle paure, sulla vita. Perfino sull’impossibilità di una sintesi. Come non essere d’accordo. Manca un po’ di omogeneità nel testo. E più di una volta i movimenti nello spazio appaiono co- me pretestuosi. Ma c’è molta (molta) bellezza in questo breve lavoro capace di emozionare con una grammatica minima e profondissima. Come fosse un film di Jim Jarmusch. Detto niente. Valore aggiunto le musiche noise-blues di Baldacci. Geniale lo slogan tormentone: Ecce Panza!