dal: 28-10-2014 al: 02-11-2014
Terminato
Corso Buenos Aires, 33, 20124 Milano
Tel: 02 0066 0606
Orari:

Sala Shakespeare: MAR-SAB: 20:30 / DOM: 16:30
Sala Fassbinder*: MAR-SAB: 21:00 / DOM: 16:00
Sala Bausch: MAR-SAB: 19:30 / DOM: 15:30

*Sala soggetta a cambio d’orari.

 

 

Prezzi: 13,50 < 33 €

Calcola percorso

SCHEDA SPETTACOLO: Cinque Allegri Ragazzi Morti

Stagione 2014-2015
Di Davide Toffolo e Eleonora Pippo
Regia di Eleonora Pippo
Una produzione Centro Culturale Mobilità Delle Arti, La Tempesta Dischi e Pubblico Teatro
Recensione di: Diego Vincenti Voto 2

Cinque allegri ragazzi morti, Episodio I – L’alternativa. Si è cresciuti insieme ai Tre Allegri Ragazzi Morti. Vent’anni (non ci si crede) di sano indie-rock vagamente adolescenziale. Capostipiti. Ovvio che gli si voglia bene. Spiegata quindi la curiosità intorno a questo progetto teatrale, anche perché il leader Davide Toffolo sotto la maschera da teschio, ha da tempo dimostrato uno sguardo eclettico: sia come apprezzatissimo fumettista, sia come discografico di successo, fondando l’etichetta La Tempesta. Proprio la graphic-novel Cinque allegri ragazzi morti (che già ispirò il nome della band friulana) è alla base dello spettacolo diretto da Eleonora Pippo, qui alle prese con il primo episodio L’alternativa che brevemente spiega come i protagonisti siano stati trasformati in zombie dopo un incidente mortale. E come in qualità di non-morti abbiano delle noiosissime regole da rispettare, guidati dallo spirito di una ragazza in coma. Ora: già dalle premesse si comprende quanto non sia semplice trovare una quadra per il palcoscenico. La chiave scelta è quella di una sorta di musical minimale dove il repertorio dei TARM si presta alle esigenze del racconto, i brani eseguiti da Toffolo stesso e (soprattutto) dal giovane cast. All’interno di uno spazio vuoto e illuminato a giorno come la platea, a ricreare un’atmosfera informale da sala prove. La sensazione complessiva è quella di un esperimento intelligente che avrebbe avuto bisogno di una guida registica più decisa. Atmosfera fresca ed entusiasta, ma risultato complessivo troppo naïve per interessare un pubblico eterogeneo. E su movimenti coreografici e interpretazioni ancora molto ci sarebbe da faticare. Non si capisce quindi perché non imbellettare un minimo lo spettacolo, giocando con luci e atmosfere, magari aprendosi a video e immagini, vista anche la matrice del progetto. Perché non puntare maggiormente sui propri punti di forza, cercando di coprire i limiti con un po’ di cipria. Piccole astuzie da primo appuntamento galante, in attesa di essere a proprio agio con le grammatiche teatrali. In ogni caso il lavoro è chiaramente orientato a chi già conosce il gruppo e a un pubblico “teen spirit”. Va bene. Ma in potenza l’idea può aspirare più in alto. Anche perché bazzica in un territorio pochissimo battuto, quello fra musica e teatro. Incontro da cui entrambi i settori avrebbero da imparare. E da guadagnarci.