lunedì riposo
martedì, giovedì, venerdì, sabato ore 20.30
mercoledì ore 19.30
domenica ore 16.30
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SCHEDA SPETTACOLO: CASA DI BAMBOLA
Dopo la sua violenta e inaspettata ribellione e l’addio orgoglioso a Torvald, la Nora di Casa di bambola di Ibsen, qui, sembra cambiare idea: non riesce ad andarsene, torna indietro, si rimette la parrucca che rinchiudeva e umiliava i suoi capelli lunghi e biondi e resta in casa, al suo posto. Trattenuta, quasi, dall’abituale atmosfera domestica concretizzata nelle natalizie note di Stille Nacht. Mentre riascoltiamo, fuori campo, le stesse, rassicuranti (?) battute dell’inizio del primo atto. Forse un tentativo di rivolta ricorrente, sempre abortito. È il finale, insolito, di Casa di bambola diretto (e adattato) da Roberto Valerio: una versione tradizionale, anche se non priva di idee, immersa in un clima non sempre realistico in cui l’immaginazione, le ossessioni e le paure di Nora si fanno visione e incubo. Il suo orizzonte è così segnato dalle presenze fuori copione di quelle tre figure maschili che punteggiano e dominano la sua esistenza. Lo spettacolo si basa sulle solide qualità di prima attrice di Valentina Sperlì, Nora nervosa e tormentata, incisivamente drammatica, meno credibile – semmai – nei bamboleggiamenti del personaggio dei primi due atti del dramma. Per quanto riguarda il resto del cast, bene anche Roberto Valerio, nei panni di Krogstad: più che professionali le prove di Carlotta Viscovo (una Linde troppo giovane) e di Massimo Grigò, dottor Rank dagli accenti spesso un po’ convenzionali. Qualche soluzione infelice – come le apparizioni spettrali quasi da film horror di serie B del “cattivo” Krogstad sullo sfondo – penalizzano, in parte, uno spettacolo ben curato, dalla costruzione e dall’ambientazione scenica a momenti affascinanti.