giovedì-mercoledì-venerdì-sabato ore 20:00
domenica ore 16:00
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SCHEDA SPETTACOLO: Il giardino dei ciliegi
Dopo il successo internazionale di Macbettu, Alessandro Serra ha avuto la forza, produttiva e autoriale, di allestire uno spettacolo altro rispetto al fortunato precedente: fatto non scontato, data la standardizzazione spesso indispensabile alla riconoscibilità e, dunque, alla vendibilità di qualsivoglia prodotto.
Ancora una volta artefice in prima persona di tutti gli elementi che compongono una nozione (e una prassi) affatto ampia e inclusiva di drammaturgia e di pratica scenica, Serra ha lavorato con un folto gruppo di dediti attori creando una partitura lineare e fantasmatica, restituendo del capolavoro di Anton Cechov soprattutto il sottile equilibrio di elementi diversi, finanche antitetici: farsa e tragedia, ricchezza e fallimento, individuo e società. Serra ha accolto la sfida di rileggere uno dei capisaldi della letteratura drammatica del Novecento, allestendo uno spettacolo rigoroso e rarefatto, a cui si attaglia perfettamente una nota presente in uno dei numerosissimi quaderni di lavoro del drammaturgo russo: «Bisogna rappresentare la vita non quale essa è e non quale dovrebbe essere, ma così come appare nei sogni».
Una scena dai colori pastello si fa luogo di una coreografia di minime azioni quotidiane (anche amplificate: uno dei «marchi di fabbrica» dell’autore), gesti sospesi e sussulti, nitide ombre e piccole luci, borbottii e declamazioni, composizioni d’insieme e assoli. In un preciso alternarsi di naturalismo e stilizzazione, con inserti sonori tra il musicale e il rumoristico, lo spettacolo si dipana per quasi tre ore (sarebbe forse auspicabile qualche asciugatura) dando corpo alla ben nota vicenda con grazia, misura, sapienza. Una parola per il vecchio maggiordomo Firs interpretato da Bruno Stori, con mille colori e dettagli semplicemente perfetti.