Salvo diversa indicazione, gli orari degli spettacoli al Piccolo sono: martedì, giovedì e sabato, 19.30; mercoledì e venerdì 20.30; domenica 16.
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SCHEDA SPETTACOLO: Carmen
È il Martone che non ti aspetti quello che torna a collaborare con il drammaturgo Enzo Moscato, molti anni dopo uno storico spettacolo come fu Rasoi e a distanza di qualche stagione da L’opera segreta. È un Martone leggero e vitale, che esorcizza la morte e la violenza, che si concentra sui mille rivoli della napoletanità, dai segreti umori alla solarità, fino alle esplosioni dei caratteri di ciascun personaggio.
Nella Carmen, che ha adattato da Lacarmèn di Moscato, racconta una storia che appartiene più agli immaginari della novella di Mérimée che all’opera di Bizet, capace di rendere immortale il personaggio: qui manca Micaela, che era servita al compositore più in funzione musicale e di contraltare etico alla protagonista, ma soprattutto qui Carmen resta in vita e nel finale viene accecata. Dunque l’ultima battuta, «I’ nun so’ morta. Musica maestro», ne perpetua il mito. E proprio la musica è la colonna portante dell’intero spettacolo, nell’arrangiamento di Mario Tronco e Leandro Piccioni e nell’esecuzione dal vivo della colorata Orchestra di Piazza Vittorio, che appunto attinge a Bizet, ma anche, a piene mani, a una certa sonorità popolare.
Nel continuo scambio tra palcoscenico e platea, i musicisti diventano pure in qualche frangente attori, contribuendo a popolare di umanità varia la storia che viene raccontata, in un’atmosfera alla Viviani, mescolando Napoli, la Francia mediterranea e il Maghreb. Un mondo che vede protagonisti Carmen e Cosé (il Don José dell’opera), Mercedes, il tenente Zuniga, il taverniere Lilà Bastià, O’ Torero, e via via tutti gli altri, contorno di un amore malato reso in uno spazio scenico insieme onirico e concreto.
La protagonista è Iaia Forte, che restituisce una Carmen sensuale, libera, ma anche in certi momenti umanamente fragile. Con lei Roberto De Francesco, un Cosé che non ha niente di eroico, quanto piuttosto un lato oscuro, tendente alla debolezza caratteriale, che lo domina. Racconta lui la vicenda, dal chiuso della prigione, nell’ultima notte della sua vita, come voleva Mérimée, evocando i fantasmi di una memoria malinconica, che prende corpo nella disperata vitalità dei personaggi.
Guarda nella gallery il video realizzato per Rai 5!